«Ho sparato per difendermi, ma non ho mirato ai ladri»

LONGUELO. Il racconto dell’ex finanziere che ha ferito uno dei malviventi. «Strattonato, ho pensato ai miei familiari. Ora spero mi ridiano la pistola».

«Non ho mirato ai due ladri. E se quello rimasto ferito non si fosse mosso, non sarebbe stato colpito neppure di striscio. Sparo da decenni al poligono con la mia calibro 38 e in quegli istanti ho avuto paura. Ho pensato a mia moglie che era di sopra, in mansarda, e a questi due incappucciati che mi avevano svegliato e strattonato chiedendomi prima i soldi e poi dove fosse la cassaforte, che non abbiamo. Ci fosse stato lì mio nipote di 6 anni, che di solito si ferma da noi a dormire proprio il sabato, ammetto che avrei mirato meglio per difendere non tanto me, ma lui, perché sarebbero potuti essere armati anche loro».

Mimmo Scarcella mima con precisione quanto gli è successo sabato sera nella camera da letto al primo piano della villetta a schiera in fondo a una laterale a fondo chiuso di via Longuelo, dove abita da 36 anni con la moglie, psicologa, il cane Willy e il gatto Susy (i due figli vivono altrove): due ladri albanesi di 26 e 27 anni – poi arrestati dalla polizia – lo hanno svegliato e lui ha esploso un colpo di pistola, che teneva sotto il cuscino. «Ho sentito che qualcuno ha detto che solo i criminali dormono con la pistola sotto il cuscino – racconta –: ma io sono un ex maresciallo capo della Finanza. Odio le armi, ma in certi casi vanno usate per difendersi. Per questo ho già chiesto al mio avvocato di presentare un’istanza per farmi riavere la calibro 38».

Di impugnare l’arma per un furto gli era già capitato dieci anni fa, quando i ladri portarono via alcuni quadri dal salotto: «Suonò l’allarme e scesi di corsa con la pistola, ma si erano già

«Mi sono semplicemente difeso: mica gli ho sparato alle spalle»

dileguati. Da quel momento la tengo sotto il cuscino. L’altra sera, quando i due insistevano perché dessi altri soldi pur avendo già in mano il mio borsello con 500 euro, ho detto loro “Va bene, aspetta che te li dò”, mi sono girato, ho preso la pistola da sotto il cuscino, mi sono girato verso di loro e ho sparato, mirando, ma non verso di loro. Ecco là, il foro». Scarcella indica un buco sulla parete della stanza, 20 centimetri sotto il soffitto. «La polizia mi ha interrogato fino alle 5 del mattino: “Non è che per caso le è partito un colpo per sbaglio?”, mi hanno chiesto. Ma quale sbaglio? Ho voluto proprio sparare per difendermi», racconta ancora. E ora non teme di essere a sua volta indagato: «Mi auguro davvero di no, io mi sono semplicemente difeso: mica gli ho sparato alle spalle».

«Pur avendo sempre avuto la pistola e andando regolarmente al poligono, odio le armi»

«Del resto mi hanno svegliato prendendomi di peso: ho aperto gli occhi e ho visto che la stanza era già a soqquadro – ripercorre l’ex finanziere –. Questi due hanno cominciato a strattonarmi nella penombra: mascherati, con i guanti e un piede di porco in mano. Erano passati dalla portafinestra del salotto, proprio come l’altra volta: ora farò installare le inferriate.

«Io ho 85 anni, non ho paura tornino per me, ma per i miei familiari sì»

Essendo ancora sera, con tutte le luci di casa accese, non avevamo ancora attivato l’antifurto». Domenica Scarcella è stato impegnato a bloccare le carte di credito che erano nel borsello. «Mi sono congedato a 48 anni nel 1988 con il grado di maresciallo maggiore aiutante della Guardia di finanza – racconta – dopo aver lavorato al nucleo di polizia tributaria allora in via dei Partigiani. Ma io, pur avendo sempre avuto la pistola e andando regolarmente al poligono, odio le armi: anni fa, in servizio, durante un inseguimento di un’auto di ladri che ci buttarono dal finestrino un’autoradio rubata, ci spararono colpendo la carrozzeria della Giulia. Noi non eravamo armati nemmeno in quella circostanza: non avevamo portato la pistola».

«Io credo nella giustizia, ma non credo gli daranno più di quattro o cinque anni. E poi sono senza fissa dimora. Appena fuori, chissà dove andranno. Io ho 85 anni, non ho paura tornino per me, ma per i miei familiari sì. Sono palermitano, ma tifo l’Atalanta. Da quando sono in congedo il mio hobby – ironizza – è denunciare tutti. Dal golf qui vicino per le palline che arrivano nel mio cortile come proiettili, fino a Renzi», per una vicenda legata al referendum costituzionale del 2016. «Ovviamente tutto sempre archiviato. Ora spero non indaghino me».

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