«I contagi non si fermano, situazione grave»
Trivelli: la Lombardia vicina al limite

«La marea sta salendo e non accenna a fermarsi». Marco Trivelli, direttore generale dell’assessorato Welfare e Sanità della Regione Lombardia non gira tanto intorno al problema, anche perché i numeri sono lì da vedere.

«Non ci sono flessioni nel numero dei contagi e comunque anche se l’indice Rt scendesse sotto quota 1 la situazione sarebbe seria». E c’è di più: «Il dato maggiormente grave non è quello dei ricoverati, ma delle persone in isolamento a casa: 130mila a lunedì sera. Sono un vulcano pronto ad esplodere».

Insomma, la risposta più diretta al governatore Attilio Fontana che non più tardi di qualche giorno fa aveva definito la zona rossa «uno schiaffo del governo alla Lombardia» arriva proprio dalla Regione. I numeri sono allarmanti e «speriamo che la situazione si plachi almeno temporaneamente perché credo che vada oltre le possibilità di ogni sistema sanitario, non solo di quello lombardo».

MERCOLEDI’ il vertice con l’Ats

Più tardi, alle telecamere di Rai3 Regione Trivelli definisce la situazione «molto grave, anche se l’indice Rt sta scendendo è sempre alto e vuol dire che i contagi stanno espandendosi. Attualmente abbiamo circa 8.500 pazienti Covid ricoverati in Lombardia e 16mila no Covid».

Con un rischio alle porte, anzi praticamente dentro casa: «Dopo la soglia dei 9.000 letti le difficoltà gestionali aumenteranno sicuramente». Per questo la Regione sta chiedendo «posti letto ovunque: ne servono almeno 2.500 da qui ai prossimi 5-7 giorni».

Tema che mercoledì 11 novembre l’Ats affronterà insieme ai vertici della sanità ospedaliera pubblica e privata, conferma il direttore generale Massimo Giupponi: «Ragioneremo su un’attivazione importante di posti letto Covid: attualmente sono 400 in tutta la Bergamasca, dovremo quasi raddoppiarli». Per capire meglio la situazione «la scorsa primavera siamo arrivati ad avere 1.380 posti letto nella nostra provincia, ora dobbiamo arrivare almeno a quota 700». E la Regione preme parecchio per trovare una soluzione al di fuori delle zone ora più problematiche.

«Chiederemo posti ovunque»

Durante la prima ondata «dalla provincia di Bergamo ci sono stati 6.000 trasferimenti di pazienti in altre strutture ospedaliere» ricorda Trivelli a delineare i contorni numerici di un’operazione complessa sia dal punto di vista quantitativo che logistico: «Non so ancora dire quanti posti chiederemo ad ogni provincia, so solo che ne chiederemo ovunque siano disponibili».

E sullo sfondo ci sono altri numeri inquietanti che il dg rivela a Rai3 Regione: «Abbiamo più di 4.000 operatori assenti per contagio in Lombardia, quindi il sistema ospedaliero è ancora più in difficoltà. Dobbiamo pensare che nessuno può aiutarci, le risorse sono quelle che sono». Con in più la volontà «di voler continuare a garantire la normale attività extra Covid, che è sempre stato il mio obiettivo».

Sempre più difficile con i numeri della pandemia che sembrano ormai senza freno: «Sarebbe imprudente non prepararsi al fatto che nei prossimi giorni non ci possa essere una crescita grave, quindi dobbiamo fare in modo che le strutture ospedaliere - e non il pronto soccorso - non siano sopraffatti dalle persone» ammonisce Trivelli. E se la vicina Monza sembra il nuovo avamposto, il dg avvisa che ci sono situazioni anche peggiori: «La Valle Olona. per dire, lunedì c’erano 25 pazienti in pronto soccorso a Monza, 70 a Garbagnate e 90 a Busto Arsizio. Le strutture reagiscono in modo diverso, anche emotivamente».

Infine un passaggio sul vaccino: «Se dovesse arrivare saremmo in grado di somministrarlo rapidamente, ma non mi pongo il tema: in questo momento mi preoccupano i prossimi tre mesi e soprattutto i prossimi 10 giorni. Saranno difficilissimi per tutta la Lombardia».

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