Il boom dei B&b: 790 a Bergamo. Gori: «Ora regole per Città Alta»

IL FENOMENO. In un solo anno 123 in più, l’impennata dopo la pandemia. Il sindaco: «Momento felice per il turismo, ma il centro storico va tutelato».

Nel 2006 erano appena 19, a dicembre 2022 risultano almeno 790. È boom di strutture extra alberghiere in città, fenomeno che soprattutto nel centro storico di Bergamo Alta sta intaccando i delicati equilibri tra residenti, negozi di vicinato e flussi turistici. Il tema è sotto la lente dell’amministrazione comunale che per voce del primo cittadino Giorgio Gori ha chiesto al governo, insieme ad altri Comuni (tra cui Bologna e Firenze) di entrare a far parte della sperimentazione avviata a Venezia. Per regolamentare la materia che al momento sfugge dalle mani degli enti locali, il governo Draghi aveva dato la possibilità, alla città lagunare, di introdurre un limite di 120 giorni all’anno per gli affitti brevi. Una sperimentazione in vista di una proposta di legge a cui sta lavorando il governo con il nuovo ministro al Turismo, Daniela Santanchè.

Questione che si sovrappone ad un altro tema urgente ed emergente, il caro affitti per gli studenti. Ma anche per giovani e famiglie, che subiscono la scelta dei proprietari di immobili a favore di un più remunerativo affitto turistico, rispetto a un canone di locazione a lungo periodo.

E i numeri in città parlano chiaro. Il picco più alto si è toccato nel 2019, prima dello scoppio della pandemia, quando le strutture del comparto extra alberghiero (b&b, ma anche foresterie e case vacanza) erano 831, contro le 750 del 2018. Il comparto ha poi risentito dei ripetuti lockdown, con conseguente timore a riprendere a viaggiare da parte dei turisti: nel 2021 le strutture sono scese così a 677. Un anno dopo, a dicembre 2022, una netta ripresa, con 790 strutture (123 in più in un anno) registrate in città. Da Expo 2015 l’espansione dell’extra alberghiero è stata costante. Nel 2016 le strutture erano 396. Dieci anni prima, nel 2006, erano come detto appena 19.

«Nei centri storici è importante che ci abitino persone e famiglie “vere” e non solo turisti, altrimenti il rischio è che si trasformino in luoghi non più in grado di mantenere la loro autenticità»

Il problema non sta tanto nei numeri, quanto nella concentrazione nel centro storico di Bergamo Alta. Spiega il sindaco Giorgio Gori: «L’Italia sta vivendo un periodo felice nel settore del turismo – premette –. In questo periodo sta però emergendo un problema, evidenziato soprattutto dai sindaci che, come me, ritengono che una crescita eccessiva del comparto extra alberghiero possa determinare complicazioni soprattutto nei centri storici, organismi molto delicati che è importante preservare nella loro integrità anche di residenza. È importante che ci abitino persone e famiglie “vere” e non solo turisti, altrimenti il rischio è che si trasformino in luoghi non più in grado di mantenere la loro autenticità. Il progredire delle locazioni brevi sostenute dalle grandi piattaforme internazionali è un tema che va posto all’attenzione del legislatore. Al governo chiediamo di poter avere i poteri per regolamentare questo fenomeno, anche di quartiere in quartiere, in modo che non ci siano diseconomie, conseguenze negative di un fenomeno che di per sé è positivo, perché se vengono turisti a Bergamo, ne siamo felici».

«Città Bassa non ha il pericolo di svuotarsi e perdere residenti. Ma servono norme per mitigare una crescita che in Città Alta rischia di diventare esponenziale»

Una posizione condivisa dall’amministratore delegato di VisitBergamo, Christophe Sanchez: «In particolare nelle zone di pregio monumentale molto alto come Città Alta – afferma – si deve agire con regolamenti ad hoc, da applicare in specifiche zone. Città Bassa ad esempio non ha il pericolo di svuotarsi e perdere residenti. Ma servono norme per mitigare una crescita che in Città Alta rischia di diventare esponenziale. Oggi non abbiamo alcuno strumento a differenza di tante altre città, come Barcellona o Amsterdam dove le amministrazioni comunali hanno la possibilità di intervenire. Anci e Federalberghi lavorano a una proposta di legge che tenga conto delle richieste». Intanto anche in provincia di Bergamo continuano a nascere nuovi b&b, case vacanze, foresterie. Snocciola i dati Sanchez: «Rispetto al 2019 c’è stata una crescita del 13,4%, mentre sul 2021 del 7,3%. Nel 2019 le strutture erano 1.793, salite a 1.808 nel 2020, a 1.885 nel 2021 e a 2.033 a dicembre 2022».

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