Il verde in città visto dall’alto: respira la periferia sud, il centro «boccheggia»

LA FOTOGRAFIA. Studio di Palafrizzoni con i dati raccolti da droni e satelliti. Al Villaggio 80 metri quadri per abitante, in Centro-Sant’Alessandro solo 3.

Sono 2.665.000 i metri quadri di verde urbano che i satelliti dell’Agenzia spaziale europea e i droni hanno fotografato dall’alto. Un patrimonio verde gestito dal Comune di Bergamo (con una spesa annua ordinaria di 2 milioni di euro) che si traduce in una prima stima di 22 metri quadri per ogni cittadino (in media).

I dati quartiere per quartiere

La forbice è molto ampia tra quartiere e quartiere: dai circa 80 metri quadri pro capite del Villaggio degli Sposi, in cima alla classifica, ai soli 3 metri quadri del centro (come via Sant’Alessandro o via Moroni), passando dai 33 di Città Alta ai 4 di Borgo Santa Caterina. Sono alcuni dei tanti dati contenuti nel Piano strutturale del verde, documento che il ministero dell’Ambiente raccomanda alle amministrazioni comunali, così che possano meglio gestire il patrimonio «green», dai tagli dell’erba alla programmazione di nuovi parchi. Per il Comune di Bergamo è la prima edizione in assoluto.

E subito si legge quanto sia diversa la città al suo interno, a seconda della densità abitativa e della presenza o meno di giardini e parchi pubblici, viali alberati o anche solo aiuole o aree cani. I Colli, Città Alta e Monterosso sono isole «felici» con «metrature verdi» pro capite elevate rispetto alla media (con 33 e 34 mq). È molto positiva la situazione a sud-ovest della città, in primis al Villaggio degli Sposi (80 mq), e nei vicini Grumello e Colognola (27 e 33), dove tra l’altro è previsto l’ampliamento del Parco dei Colli, con la «cintura verde».

Il centro subisce l’effetto dell’edificazione stratificata negli anni. Ma anche nei borghi qualche differenza c’è. Come a Pignolo (14 mq) che grazie ai parchi vicini (si pensi al «Suardi») è più «green» di via Sant’Alessandro (3 mq). Viale Papa Giovanni XXIII beneficia dello storico filare di ippocastani e racimola 6 metri quadri per cittadino. I numeri sarebbero però sottostimati, spiegano i tecnici che hanno steso il Piano per il Comune di Bergamo: «Nel conteggio non vengono incluse le aree private, di cui comunque si beneficia passeggiando, si pensi ad un campo verde o un giardino storico. Quel valore medio di 22 metri quadri di verde pro capite sarà quindi maggiore, se consideriamo ad esempio i terreni privati boschivi del Parco dei Colli. Significativo anche il caso di Borgo Santa Caterina, che nonostante la carenza di verde (solo 4 metri quadrati pro capite) ha a pochi passi il parco Goisis o viale Giulio Cesare».

Strumento di pianificazione

Il nuovo Piano serve quindi anche per individuare le zone della città più povere di verde, e intervenire: «È uno strumento di pianificazione del quale questa amministrazione si è voluta dotare, insieme al Piano operativo che arriverà più avanti, sul quale si sta già lavorando – commenta l’assessore al Verde pubblico Marzia Marchesi -. Era previsto nelle linee di mandato del 2019, perché ci permette di avere una fotografia precisa della città, potendo quindi definire i criteri con cui progettare in modo efficace le zone verdi, un piano strettamente collegato al Pgt. Sarà importante coinvolgere tutta la struttura comunale e la cittadinanza: il verde privato può incidere positivamente».

Il dirigente di settore Silvano Armellini entra nel concreto, con qualche esempio: «Penso alla scelta di effettuare il taglio differenziato dell’erba (con alcune zone non tagliate, per favorire la biodiversità, ndr) o il prato inglese. Non ovunque è necessario l’effetto “wow”, dipende dal tipo di fruizione». Cambia dunque la filosofia: «Il verde non è ciò resta tra un edificio e l’altro, è qualcosa di molto più complesso che incide sulla qualità della vita dei cittadini» afferma Mario Carminati, agronomo, che ha lavorato al Piano insieme ai colleghi Viviana Rocchetti, Massimo Ranghetti e Moris Lorenzi (architetto venuto a mancare un anno fa).

Fotografati dall’alto anche gli alberi: sono 27.800 «ma – anticipa l’architetto Rocchetti – a censimento concluso, potrebbero salire a 40mila». Tra le analisi, quella sull’accessibilità: in 15 minuti (e 300 metri di tragitto), a Bergamo è possibile raggiungere a piedi un parco attrezzato di importanza sovralocale, in 7 minuti (circa 150 metri) un giardino di quartiere.

La mappa del calore

Il piano rileva anche le «isole di calore», con la misurazione delle temperature percepite. Il risultato è chiaro osservando la mappa: le zone più fresche si concentrano nella corona verde a nord della città o nei quartieri dove ancora restano residui di campagna. Ad incidere è il grado di «copertura arborea». I satelliti hanno misurato nel luglio 2022 situazioni molto diverse, con escursioni di 20 gradi da un quartiere all’altro, da 40,8 gradi a 23,9. Tra le aree escluse dal rischio «isola di calore» quelle collinari, ma anche Longuelo, Loreto e Monterosso. Zona «rossa» invece il centro e alcuni quartieri a sud, dove ci sono anche le grandi arterie stradali, e la Malpensata. «Sono dati – tiene a precisare Carminati – misurati dai satelliti in un preciso momento, quindi non assoluti. Emerge comunque una differenza di gradazione di un certo tipo: anche solo 5 gradi possono fare la differenza».

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