Incidenti stradali, anche nell’anno del Covid in Bergamasca 157 milioni di costi sociali

In base alla rielaborazione dei dati Istat, è questo il consuntivo dell’incidentalità in provincia Nonostante le limitazioni legate al lockdown pesantissimo il bilancio delle vittime (26) e dei feriti (2.348).

C’è il dramma delle persone che perdono la vita e dei feriti alle prese con tutte le difficoltà legate ai traumi riportati. E su questo non c’è alcun numero in grado di rendere l’idea di quanto si è perso. In tema di incidenti stradali ci sono però anche dati che restituiscono uno scenario destinato a pesare ulteriormente. Si tratta del bilancio dei cosiddetti costi sociali degli stessi incidenti. Un bilancio che nella nostra provincia, secondo i dati elaborati da Aci e Istat, si attesta su un valore pro capite annuo sostenuto per singolo residente di 142,43 euro con un costo complessivo annuale 157.811.004 euro.

Cifre che, nel quadro regionale, pongono la Bergamasca al penultimo posto tra le province lombarde, prima di Como e dopo Monza e Brianza dove i costi pro capite sono rispettivamente di 141,30 e 148,67. A livello lombardo la media del costo sociale pro capite, anche a causa dell’elevata incidenza della provincia di Milano (che da sola assorbe il 30% delle spese per incidentalità), è pari a 178,49 euro. Complessivamente nelle 12 province della Lombardia, la spesa sociale degli incidenti è pari a 1,79 miliardi di euro all’anno, una cifra impressionante che, tanto per dare l’idea, equivale al costo di una nuova autostrada come la Brebemi. Ridurre l’incidentalità anche solo del 30% all’anno consentirebbe di finanziare un’opera analoga in soli tre anni, oltre che pensare a interventi più mirati sul territorio, come il miglioramento della a sicurezza degli incroci oppure la manutenzione dei manti stradali o della rete viaria in generale.

I conteggi includono i costi sanitari, mancata produzione e risarcimenti

Il confronto col 2019

Tornando ai numeri più drammatici, quelli che riguardano morti e feriti, l’anno preso in esame, il 2020, ovvero quello della pandemia, ha registrato un decremento dei sinistri rispetto al 2019 legato fondamentalmente al periodo di lockdown che ha drasticamente ridotto il traffico e gli spostamenti, passando da 2.941 incidenti (con 3.946 feriti) a 1.782 sinistri con 2.348 feriti. Anche il costo andrebbe dunque attualizzato con un bilancio quasi certamente più alto e vicino a quello dell’ultimo anno pre pandemia, ovvero: 262.450.150 euro.

Per quanto riguarda le vittime, il bilancio legato ai 1.782 incidenti del 2020 si attesta a 26, mentre nel 2019 i decessi erano stati 42 anche se, va considerato come dal conteggio siano escluse le persone decedute successivamente allo scontro o che sono state costrette a ricorrere alle cure mediche sempre in una fase postuma. Per quanto riguarda le cosiddette «categorie deboli» coinvolte negli scontri si registrano 301 ciclisti feriti con 5 morti, mentre per i pedoni sono stati 158 i feriti e 2 le persone decedute.

Come si calcolano i costi

Ma cosa si intende esattamente per costi sociali dell’incidentalità stradale e come vengono conteggiati? Partiamo dal presupposto che i criteri di calcolo sono stati sviluppati secondo l’articolo 7 (comma 3) del Decreto Legge 35/2011. Attraverso uno studio è stata definita la metodologia dei conteggi suddividendo i singoli sinistri in incidenti mortali (il cui costo è pari a 1,642 milioni di euro a livello nazionale), con lesioni gravi (0,309 milioni di euro) e lievi (0,032 milioni di euro). Questi conteggi includono i costi sanitari di primo intervento, l’ospedalizzazione, la riabilitazione, i costi per rilevi fatti dalle forze dell’ordine, le spese dei danni materiali (ad altre persone, ad altri mezzi, edifici o strade), la mancata produzione, i costi processuali, e i danni morali per i parenti delle vittime.

Sempre secondo uno studio elaborato dall’Aci e rielaborato da Polis Lombardia, il 40% di questi costi è legato alla mancata produzione degli infortunati, il 26% alla mancata produzione delle persone decedute, il 18% al danno morale liquidato ai superstiti delle vittime, il 12% al danno biologico e il 4% ai costi sanitari assimilabili.

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