La Capanna di Natale de L’Eco di Bergamo, 70 anni di solidarietà - Video

LA TRADIZIONE . È nel cuore di ogni bergamasco da settant’anni, e come ogni bergamasco in settant’anni ha cambiato volto. La tradizionale Capanna di Natale de L’Eco di Bergamo torna in Piazza Vittorio Veneto con una novità: accoglierà anche due angioletti in legno a misura di bambino, scolpiti appositamente da Enus Milesi nel suo laboratorio di Isola di Fondra.

Noto in Val Brembana per la sua arte istintiva, capace di dare nuova vita a ceppi e radici, Milesi ha realizzato le sue sculture con la sola motosega, senza fare uso di schizzi né di disegni preparatori. «È il legno stesso che mi parla – racconta. – A volte, nel bosco, trovo tronchi e radici dalle forme così curiose che non ho nemmeno bisogno di lavorare troppo. Tu sei lì, che ti impegni a trasformare la natura a tuo piacimento, ma la natura è già di suo un’opera d’arte».

Il dono che l’artista ha voluto fare ai cittadini bergamaschi è frutto di un’altra grande passione: quella per i presepi artigianali, che Enus coltiva fin da bambino. «Quando andavo nel bosco da piccolo – rivela –, mi portavo a casa le radici per fare la grotta per le pecore o per realizzare le statuine».

I protagonisti della Capanna

Tra i primi visitatori che anche quest’anno accorreranno alla Capanna di Natale, non mancherà Prospero Paleni, detto Luigi. Ex studente della scuola professionale del Patronato San Vincenzo, fin dagli anni Cinquanta si è occupato del montaggio della struttura. «Ogni anno costruivamo dall’inizio tutta la struttura, era un lavoro lunghissimo che ci vedeva per diversi giorni in piazza Vittorio Veneto al freddo a lavorare. Ricordo la simpatia delle persone che passavano e che riempivano di consigli e considerazioni personali. Don Andrea Spada partecipava attivamente al lavoro perché la capanna era il progetto in comune tra L’Eco di Bergamo e il Patronato. Era, ed è, un simbolo della nascita di Gesù e del lavoro dell’uomo a cui tutti i bergamaschi sono legati e per il quale sentivo tutta la responsabilità. Mi faceva piacere quando i bambini si accorgevano dei miglioramenti che mettevamo ogni anno. Un segno di affetto che ci scaldava il cuore. Così come ci scaldava il vin brulè e il panettone che don Spada veniva a portarci quando il freddo si faceva più intenso».

Negli anni Settanta la struttura è diventata smontabile e le finiture ancora più belle. Ma la gioia è durata poco. «Proprio quando abbiamo finito questo lavoro, ci hanno bruciato la capanna – prosegue Paleni. – Ci rimanemmo malissimo. Sia io che il nostro capo mastro Luigi Massi, che gli altri studenti. Erano anni di contestazione e di terrorismo. Rubavano i sassi che mettevamo nei buchi per fissare la staccionata e li usavano per le sassaiole nella vicina piazza del Tribunale».

Il valore solidale della Capanna

Dal 1951 ad oggi, la Capanna non ha avuto solo un valore simbolico, ma anche solidale. Raccoglie infatti in una cassetta-salvadanaio blu – che viene svuotata periodicamente – le donazioni di chi, passandovi davanti, vuole lasciare qualcosa. Quest’anno L’Eco di Bergamo ha scelto come destinatari delle offerte quei ragazzi che, come Prospero Paleni, affidano al Patronato le loro speranze per il futuro. Parliamo dei minorenni che giungono sulle coste italiane senza famiglia e che vengono accolti nella struttura di Sorisole del Patronato San Vincenzo. «Quando arrivano da noi – dice Luigi Zucchinali, che presiede la Fondazione Don Fausto Resmini – possiedono solo gli abiti che indossano. Per loro organizziamo supporto psicologico, assistenza sanitaria, assistenza legale, ma soprattutto attività ricreative che li riportino in sicurezza alla dimensione del gioco e della serenità. Ma ciò di cui hanno bisogno sono anche gli articoli essenziali come la biancheria intima, i vestiti, i prodotti per l’igiene personale e tutto ciò che li aiuti a prepararsi a una vita adulta, responsabile e indipendente».

Con le donazioni della Capanna, verrà preparato per tutti i ragazzi un regalo natalizio che abbia il sapore della famiglia bergamasca che si raduna davanti al luogo dove Gesù ha scelto di nascere.

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