Mille metri quadrati di boschi a testa. Incendi triplicati

IL RAPPORTO. Presentati i dati 2022 dell’Ersaf. Nella Bergamasca è forestale il 41% del territorio. Siccità, in un anno 79 roghi: nel 2021 erano stati 28.

Ogni lombardo ha «a disposizione» 623 metri quadrati di foresta, ma per la Bergamasca il dato è superiore: i 113.883 ettari di superficie boscata della nostra provincia significano oltre mille metri quadrati a testa. I numeri si ricavano dal report sullo stato delle foreste in Lombardia, presentato ieri dall’Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) in Commissione Agricoltura. La superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio. E tra le province, la Bergamasca è terza dopo Brescia e Sondrio.

Il «tasso di boscosità», da noi, è del 41%: valori maggiori si hanno a Varese (44%) e Como e Lecco (47%), mentre al lato opposto della «classifica» colpisce il dato su Mantova: solo l’1% del territorio è boscato. Nelle foreste lombarde sono presenti 17 specie. Gli alberi più rappresentati sono castagni, abeti rossi, carpini neri e faggi.

Rochi: i dati lombardi e bergamaschi

Il 2022 ha purtroppo segnato un rilevante aumenti degli incendi boschivi in Lombardia: sono stati 486, quasi il triplo dei 168 del 2021, interessando una superficie complessiva di 1.713 ettari di cui 1.124 boscati. Anche i 79 episodi in Bergamasca (che ci piazzano al secondo posto lombardo: peggio è andata solo a Brescia) segnano un forte aumento rispetto ai 28 dell’anno precedente. La crescita viene spiegata con i periodi di forte siccità vissuti nel 2022. La superficie media coinvolta dal fuoco, invece, è stata minore, grazie all’efficienza degli interventi di Protezione civile e Vigili del Fuoco. Il 78% degli incendi ha avuto un’estensione inferiore a un ettaro. Il 49,8% degli inneschi è dovuto all’uomo e ha avuto origine volontaria o involontaria (rispettivamente il 32,7% e il 17,1%). Il 47,1% dei roghi è, invece, dovuto a cause dubbie o non classificabili. I finanziamenti stanziati dalla Regione per le attività di prevenzione, ripristino e lotta agli incendi ammontano a quattro milioni di euro e poco più di due milioni per il servizio aereo, la gestione della rete radio, la formazione di Carabinieri Forestali e Vigili del fuoco.

Altro problema che colpisce le foreste lombarde e orobiche è il bostrico dell’abete rosso: nel 2022 l’infestazione in Lombardia ha interessato 2.338 ettari. Le province maggiormente colpite sono state Brescia (1.620 ettari), Bergamo (444 ettari) e Sondrio (208 ettari). Proprio i tagli «fitosanitari» mirati al contenimento dell’epidemia hanno contribuito all’aumento del volume di legname tagliato: +14,8%, nel 2022, rispetto all’anno precedente. L’uso prevalente del legname tagliato è quello energetico (il 74,2%), mentre il 22,7% è destinato al settore della produzione, in particolare dei mobili.

L’espansione naturale

Nel decennio 2009-2018 i boschi in Lombardia sono aumentati complessivamente del 2,7% (+1.758 ettari circa l’anno): per la maggior parte, la ragione è l’espansione naturale del bosco (1.699 ettari l’anno), ma c’è anche una quota legata alla realizzazione di nuovi boschi. La normativa nazionale e regionale stabilisce infatti che chi viene autorizzato a «trasformare» un bosco (per esempio a fini agricoli o di cava) deve realizzare interventi compensativi attraverso la creazione di nuovi boschi o il miglioramento di quelli esistenti. La provincia con il numero maggiore di nuovi boschi è Mantova con 53,4 ettari, seguita proprio da Bergamo (13 ettari).

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