Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 06 Gennaio 2020
Multe, in città una su due non viene pagata
«Valuteremo l’accertamento esecutivo»
Chi sbaglia paga, ma a Bergamo se si parla di multe il proverbio è vero solo a metà. Scende al 49,2% (l’anno precedente era stato pari al 53,8%) il tasso di riscossione delle contravvenzioni emesse in città. I consiglieri leghisti Ribolla e Carrara: «Siamo favorevoli all’assoluto rispetto delle regole, ma come abbiamo sottolineato più volte, il rispetto è un conto, l’accanimento verso i cittadini è un altro; la Giunta Gori ancora una volta si è distinta nel non essere brillante sulle questioni importanti».
Il dato, diffuso dal Ministero dell’Interno, è relativo al 2018, quando nelle casse di Palafrizzoni sono entrati quindi solo 6,6 dei 13,5 milioni previsti. Una fotografia che, in attesa dei dati 2019 (approvati da ogni Comune entro il 30 aprile prossimo, e pubblicati dal Viminale nei mesi successivi) è tutto sommato positiva, se confrontata con i numeri nazionali: stando ai diversi bilanci comunali, infatti, le multe stradali valgono 1,6 miliardi l’anno per i diversi capoluoghi di provincia italiani, ma solo il 37,1% viene effettivamente riscosso, con la maglia nera a Catania (dove viene pagato appena il 5,3% delle sanzioni) e il risultato migliore a Massa, dove all’appello manca solo l’1% degli introiti previsti. In questa speciale classifica Bergamo si piazza in una posizione medio-alta, con un risultato di poco superiore a quello di Milano (48,4%) e nettamente migliore di quanto accade nelle vicine Cremona (45,8%) e Brescia (40,8%): in ambito regionale il tasso di riscossione orobico si piazza sul terzo gradino del podio, dietro solo a Sondrio (80,9%) e Varese (54,9%).
In media 111,15 euro a testa
Tornando al dato locale, calcolatrice alla mano ogni anno i bergamaschi ricevono in media 111,15 euro di sanzioni, ma ne pagano effettivamente solo 54,73: il resto finisce nel dimenticatoio, andando a ingrossare ulteriormente il totale degli arretrati complessivi accumulati negli anni per le multe non riscosse in città, che ora sfiorano i 20 milioni.
Spesso la convinzione è che alla lunga nessuno verrà mai a pretendere la riscossione del debito, ma la musica però potrebbe presto cambiare, con il governo pronto a fornire nuovi strumenti agli enti locali per combattere l’evasione.
La riforma della riscossione, tra i capisaldi della manovra, offre infatti nuove armi ai Comuni, trasferendo sul piano locale anche il meccanismo dell’«accertamento esecutivo»: con l’inizio del nuovo anno, infatti, il decreto fiscale riduce i tempi per il recupero coattivo delle somme dovute dai cittadini agli enti locali, con le azioni che potranno iniziare già dopo 120 giorni dalla notifica dell’atto, andando a toccare direttamente i conti correnti dei debitori.
Le novità della manovra
Il nuovo procedimento riguarderà non solo tributi come Imu e Tasi, ma potrà essere utilizzato dai Comuni anche per le entrate patrimoniali, come ad esempio le rette dell’asilo, gli oneri di urbanizzazione e, almeno in linea teorica, anche le multe.
Il condizionale però è d’obbligo, perché non è ancora chiaro se la normativa consentirà anche l’accertamento esecutivo sulle contravvenzioni, andando così a scoperchiare un enorme vaso di Pandora: le multe sono sì entrate patrimoniali, però disciplinate dal Codice della strada, che disciplinando l’opposizione alle richieste comunali fa riferimento a un articolo diverso da quello citato dalla legge di bilancio. In attesa di chiarezza il rischio di una marea di ricorsi è quindi dietro l’angolo, e sul punto la cautela da parte delle amministrazioni è d’obbligo. Anche a Bergamo, dove comunque l’assessore al Bilancio Sergio Gandi non esclude nulla: «I dati sulla riscossione delle multe in città sono positivi, in linea con quelli di città come Milano e superiori a quasi tutti gli altri capoluoghi lombardi – spiega il vicesindaco –. Possiamo quindi dirci molto soddisfatti dell’efficienza della nostra struttura, anche se si può sempre migliorare e per questo siamo pronti a studiare tutte le opportunità che ci vengono messe a disposizione dallo Stato». Se la normativa lo permetterà, a Bergamo il nuovo meccanismo dell’accertamento esecutivo potrebbe quindi inglobare anche la grande galassia delle multe non riscosse, come ipotizza Gandi: «Vedremo di capirne di più nelle prossime settimane, ma di solito, quando ci sono strumenti nuovi, noi li utilizziamo, nella consapevolezza che chi non paga è tenuto a farlo».
«Dispiace tornare periodicamente sull’argomento multe ma ogni volta che vengono resi noti nuovi elementi sulla questione c’è da preoccuparsi sempre di più. Come confermano anche i recenti dati pubblicati dalle varie testate locali e nazionali, Bergamo è in cima alla classifica delle contravvenzioni staccate ogni anno, toccando la cifra record di 13,5 milioni l’anno. Dato che, da una parte stupisce e dall’altra preoccupa, è quello legato alla riscossione delle multe, infatti, nella nostra città, vengono riscossi proventi derivanti dalle contravvenzioni per circa 6,6 milioni di euro l’anno: meno della metà rispetto al preventivato. Quindi non solo Bergamo risulta di gran lunga la città più multata rispetto alle altre città con grandezza e numero di abitanti simili alla nostra ma – continuano i consiglieri Alberto Ribolla Ribolla e Alessandro Carrara – ha anche un pessimo rendimento per quanto riguarda il rapporto multe staccate ed incasso correlato. Siamo favorevoli all’assoluto rispetto delle regole, ma come abbiamo sottolineato più volte, il rispetto è un conto, l’accanimento verso i cittadini è un altro; la Giunta Gori ancora una volta si è distinta nel non essere brillante sulle questioni importanti».
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