Parking Fara, nuovo rinvio. Apertura all’inizio del 2024

Città Alta . Lavori in ritardo, la scadenza precedente era per l’autunno. Bandita la gara per gli impianti tecnologici. I rischi (reali) per l’Unesco.

Se ne riparla a inizio 2024. Ovviamente anche in questo caso senza complicazioni. Quelle che hanno segnato praticamente da sempre il travagliato percorso del parcheggio alla Fara. Che la scadenza del 18 luglio stampata sui cartelli del cantiere fosse già sorpassata era cosa nota, ma anche l’ipotesi di terminare per l’autunno i lavori ha perso quota: ora quella più probabile è fine anno, con apertura al pubblico per l’inizio di quello nuovo.

Procediamo con ordine: i lavori della Iozzino di Angri, all’opera da febbraio 2022, ora prevedono per maggio il raggiungimento con i solai della sommità del parcheggio da dove inizia il collegamento pedonale con via Solata. In parallelo verranno realizzati i tre piani della struttura che circondano la gru: (che deve rimanere al suo posto per il trasporto della terra per il bosco sovrastante): questa fase dovrebbe chiudersi per luglio.

La (possibile) tabella di marcia

La copertura definitiva in calcestruzzo avverrà invece in più fasi tra fine maggio e settembre, mentre la terra (ri)portata tra luglio e agosto. La realizzazione del bosco urbano sopra il parcheggio è prevista tra settembre e novembre, mentre il termine dei lavori, collaudi compresi, entro fine anno. Questo il quadro di massima che arriva da Palafrizzoni, partner al 32% tramite la controllata Atb di Bergamo Parcheggi, società del colosso austriaco Best in Parking. Come noto, strada facendo, si è deciso di non realizzare la passerella dell’archistar Joao Nunes, con un risparmio di almeno 2 milioni in una vicenda che sul piano del dare e avere tra i vari soggetti in campo (presenti e passati) promette nuove puntate e a più livelli. Soprattutto giudiziari.

Il termine dei lavori con i collaudi è previsto verso la fine dell’anno, a scanso di nuovi ulteriori intoppi

Nel frattempo Bergamo Parcheggi ha bandito la prevista gara per gli impianti tecnologici, da sempre scorporata rispetto a quella della struttura: Palafrizzoni avrebbe preferito la chiamata diretta (possibile viste le caratteristiche dell’appalto), ma si è optato per una procedura classica visto i troppi fronti già aperti. La scadenza è per fine aprile, con l’obiettivo di partire con i lavori a giugno e contando di risparmiare qualcosa sui 200 giorni del bando di gara. Come normalmente succede.

La sessione Unesco e l’iter

Capitolo Hia, l’Heritage impact assessment, ovvero lo studio per valutare gli effetti del parcheggio della Fara sul patrimonio Unesco affidato nei mesi scorsi da Palafrizzoni all’Università di Firenze. A dicembre è stato inviato all’Unesco quello che tecnicamente è definibile come «un rapporto attualizzato sullo stato di conservazione dei beni»: al plurale, perché si riferisce a tutto il sito transnazionale che, oltre a Bergamo, comprende Palmanova, Peschiera, Zara, Sebenico e Cattaro.

Si rischia davvero l'esclusione dall’Unesco per la realizzazione del parcheggio? Tanto per cominciare bisogna finire nella lista di quelli in pericolo

Per quanto riguardo l’Hia, il ministero della Cultura avrebbe chiesto all’ateneo toscano alcune revisioni sul primo documento presentato nei mesi scorsi: dovrebbero essere inviate a breve per essere esaminate. Perché l’Hia non è una procedura standard, ma si basa su un confronto con il ministero. Che a sua volta è il solo soggetto autorizzato al confronto con Unesco: quest’ultima si rapporta difatti solo con i singoli Stati che hanno un rappresentante permanente con il grado di ambasciatore. Ed è lui a comunicare con il ministero, da qui si passa all’ufficio competente e al coordinamento delle città interessate dal riconoscimento. Altre interlocuzioni non sono contemplate.

Unesco compie valutazioni di natura politica avvalendosi del contributo tecnico di Icomos, il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, organizzazione non governativa. A settembre è in agenda la 46ª sessione a Parigi dove con molta probabilità si farà anche il punto su Bergamo (e di tutto il sito transnazionale) alla luce del parcheggio della Fara.

Si rischia davvero l'esclusione dai beni Unesco? Tanto per cominciare bisogna finire nella lista di quelli in pericolo: per esempio la tanto citata Liverpool ci è entrata nel 2012, già pochi mesi dopo l’annuncio della contestata (da Unesco e Icomos, non dalla città...) lottizzazione dei docks. Subito, non anni dopo. E sono servite 9 sessioni e altrettante sollecitazioni (e confronti falliti) perché nel 2021 arrivasse il cartellino rosso. Come dire che di strada verso una possibile (e assolutamente da scongiurare) uscita ce n’è ancora parecchia, ammesso che venga imboccata. In ogni senso.

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