Piazzale Alpini, recinzione soft e «portali mobili» per l’accesso

PALAFRIZZONI. Pronto il progetto da 800mila euro: lavori dal 21 gennaio. L’architetto Gelmini: «Ci sarà un addetto per l’apertura-chiusura».

È stata accantonata anche la possibilità di prevedere sistemi di apertura e chiusura automatizzati dei cancelli optando per «portali girevoli», così da rendere la nuova recinzione di piazzale Alpini il meno impattante possibile. Lo spiega Gianluca Gelmini dello studio «CN10 architetti», a cui il Comune ha affidato il ridisegno dello spazio, dove, dal 2021 a oggi, erano state posizionate delle transenne, per ospitare i concerti di «Nxt station». Il progetto (da 800mila euro) ha ricevuto il placet dalla Giunta in una seduta straordinaria dei giorni scorsi, il cantiere aprirà il 21 gennaio per chiudere il 22 maggio. «Abbiamo cercato di garantire l’impatto il più leggero possibile – spiega Gelmini –. Una chiusura automatizzata, per esempio, avrebbe richiesto segnaletica, lampeggianti, segnalatori acustici. La chiusura e apertura dei cancelli comporterà la presenza giornaliera di un operatore, ma è sembrata la cosa migliore». Sarà anche una forma di presidio, in un piazzale che dal punto di vista della sicurezza pubblica da anni genera più di un problema. Nonostante il denso palinsesto di eventi portato da «Nxt station», le criticità permangono. «Nel suo riassetto – spiegano i progettisti – la nuova recinzione evita l’isolamento e la marginalità che interessa il lato dell’Urban Center e l’area più arretrata, verso l’Istituto Vittorio Emanuele, eliminando zone cieche in cui i problemi di sicurezza sono all’ordine del giorno».

«Portali mobili» su ogni lato

Su ogni lato, la recinzione prevede dei «portali mobili» o varchi, «così da garantire sempre l’accesso, ad esempio tra la scuola e la piazza», continua Gelmini. Lungo viale Papa Giovanni ci sarà un doppio varco di accesso, ne è previsto uno anche in via Mai e uno, più piccolo, verso la stazione. Dal punto di vista estetico, è previsto un «disegno leggero fatto di profili di ferro dal disegno variegato». Con un’accortezza: «Non oscurare il piazzale alla vista di chi transita lungo le vie adiacenti». Si cerca di ritagliare qualche angolo verde in più «con una pavimentazione che alterna prato a listelli di pietra – spiega Gelmini –. L’obiettivo è garantire una migliore qualità dello spazio e offrire la possibilità a BergamoScienza di fare attività all’aperto». Davanti all’ Urban Center è previsto qualche nuovo albero e panchina, con un ampliamento della superficie erbosa in grandi «bolli» da 9 a 20 metri di diametro. E dopo la polemica scoppiata in Aula (con tre consiglieri di maggioranza astenuti), la Lega già critica la soluzione progettuale: «Uno spreco di soldi pubblici per un’opera che non solo non ha risolto i problemi della piazza ma l’ha resa decisamente più brutta – scrive il segretario cittadino e consigliere comunale Alessandro Carrara –. I paladini “dell’abbattiamo i muri” chiudono una piazza pubblica per farla gestire esclusivamente a un privato. Dicono di essere i migliori perché hanno idee e visione di futuro, a voi i giudizi». 

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