Rsa e Terzo settore, in arrivo nuove risorse: «Una goccia nel mare»

Il contributo. Sui 100 milioni stanziati dal Decreto Aiuti si stima un riparto a livello regionale di circa 15 milioni. Maffeis (Acrb): «Risorse non risolutive, né strutturali».

La cifra, nel complesso, non è di poco conto: 100 milioni di euro, da dividere tra Rsa, strutture sociosanitarie ed enti del Terzo settore. Nel concreto, tuttavia, spalmare queste risorse tra le realtà di tutta Italia si tradurrà in aiuti non certo risolutivi. Il Decreto Aiuti-quater contiene anche un pacchetto di sostegni per queste realtà, alle prese con un caro-bollette che sta mettendo a durissima prova tante strutture. Le modalità operative dell’assegnazione e i criteri di ripartizione sono ancora da definire: se la distribuzione ricalcasse indicativamente il «peso» di ciascuna regione in termini di popolazione e di realtà del settore, in Lombardia potrebbero arrivare attorno ai 15 milioni di euro, appunto da dividere tra Rsa, altre strutture sociosanitarie ed enti del Terzo settore.

Le case di riposo e le strutture sociosanitarie lombarde stanno affrontando rincari ben superiori, la situazione è nota: solo in Bergamasca, per esempio, in totale gli extra-costi energetici delle Rsa sono stimati in circa 10-20 milioni di euro annui; facendo i conti a livello regionale, si arriva facilmente oltre i 100 milioni di euro di rincari energetici per le case di riposo. «Ogni aiuto è il benvenuto, comprendiamo che non ci siano soldi per tutti – premette Cesare Maffeis, presidente dell’Acrb, l’Associazione delle case di riposo bergamasche –. Queste risorse non saranno certo risolutive né strutturali, rischiano di essere comunque una goccia nel mare a fronte di quelli che sono i rincari che ogni struttura sta sostenendo». «Se è così ringrazio per l’attenzione al settore, ma credo sia necessario capire quante siano le risorse destinate in modo specifico alle Rsa e le modalità con le quali verranno erogate, spero in tempi brevi – commenta Barbara Manzoni, presidente dell’Associazione San Giuseppe, che rappresenta le strutture d’ispirazione cattolica –. È questione di sopravvivenza non solo delle strutture, ma anche delle persone che assistiamo e dei posti di lavoro».

Come detto, gli aiuti si rivolgono anche al Terzo settore: una voce in cui rientra una galassia ampia di soggetti, tra centri diurni, strutture per disabili, mondo non-profit, realtà della solidarietà. Un mondo ampio e prezioso, che non sfugge alla crisi energetica.

«Un segnale importante»

«Anche noi nei mesi scorsi abbiamo chiesto degli aiuti, perché in questo momento le associazioni del volontariato sono in difficoltà e vivono situazioni molto delicate – ricorda Oscar Bianchi, presidente del Csv Bergamo, il Centro di servizi per il volontariato –. In molte realtà sono gli stessi associati a mettere di tasca propria le risorse per andare avanti: così però si rischia di mettere in crisi la mission di welfare comune di queste associazioni. La notizia del decreto è importante, è un segno di attenzione al mondo del Terzo settore e del volontariato, e viene incontro a quelle che sono state le nostre richieste. Richieste che miravano a tutelare e valorizzare il servizio fondamentale di queste realtà per le nostre comunità». Il tema è appunto cruciale: «I rincari energetici mettono a rischio la sopravvivenza di diversi enti», ricorda Bianchi. Per Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo, l’annuncio del decreto «dà un po’ di sollievo: vedremo poi le modalità di erogazione delle risorse e l’effettiva entità. C’è sicuramente una forte preoccupazione attorno all’impatto che i costi energetici stanno avendo sulle nostre strutture: se parliamo di centri diurni e servizi assistenziali o sociosanitari, parliamo di realtà in cui non si può certo rinunciare ai consumi energetici». «Aspettiamo di vedere l’impatto delle bollette dei mesi invernali, i più delicati – prosegue Guerini –, anche se già in estate gli aumenti sono stati devastanti. Confidiamo in una stabilizzazione dei prezzi, così da non avere troppe perdite. Per molte realtà è in gioco la sopravvivenza e la possibilità di erogare servizi fondamentali per la comunità».

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