Volare all’estero, una babele in attesa
del pass europeo: ecco il vademecum

Ogni Paese tende a fare storia a sé, tra test, tamponi e certificati. Nessuna richiesta per viaggi in Italia, ma la Sardegna chiede la registrazione.

Cominciamo con i (pochi, pochissimi) punti certi: per viaggiare in Italia in aereo le limitazioni sono minime. Per la Sicilia il 23 maggio è cessata (in anticipo) l’ordinanza regionale che prevedeva registrazione sul portale e test. Per la Sardegna fino al 15 giugno c’è l’obbligo di registrarsi sulla piattaforma «Sardegna Sicura» e comunicare l’esito negativo di un tampone (antigenico o molecolare) fatto entro le 48 ore prima, il completamento del ciclo vaccinale o di aver ricevuto una dose da almeno 15 giorni. Poi pare che i controlli non siano particolarmente stringenti, ma questo è un altro paio di maniche. Per l’estero, invece, la situazione si complica. Il consiglio è navigare su reopen.europa.eu, sito ufficiale dell’Unione Europea dove si può comporre il proprio viaggio personalizzato e ottenere così tutte le indicazioni aggiornate sui requisiti. Parecchio variegati, il che non aiuta.

Tutti i vaccini della Grecia

La premessa comune è che tutti aspettano il certificato Covid digitale Ue. Nell’attesa si naviga a vista e non è facilissimo. Partiamo da quella Grecia casus belli di ieri a Orio: per entrare serve un certificato di vaccinazione, ma devono essere trascorsi 14 giorni dalla seconda dose (o dalla unica, per J&J). I vaccini accettati sono una marea, Sputnik compreso. In alternativa: «risultato negativo di un test molecolare effettuato entro 72 ore prima dell’ingresso (i bambini sotto i 5 anni sono esentati); certificato di recupero da Covid negli ultimi 9 mesi».

Passiamo alla Spagna, dove le informazioni più comprensibili sono quelle dell’ambasciata italiana: «Vige l’obbligo di test molecolare negativo (non sono ammessi quelli rapidi) effettuato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso nel Paese. I certificati di negatività vanno prodotti in spagnolo, inglese, francese o tedesco, quelli in altra lingua devono essere accompagnati da traduzione ufficiale. «Aver ricevuto una o due dosi del vaccino non esonera, per il momento, dal test».

Tra Germania e Francia

Per quanto riguarda la Germania, l’Italia viene catalogata come zona «a rischio». Di conseguenza «i viaggiatori sono sottoposti a un test molecolare negativo effettuato entro 72 ore prima dell’arrivo (per test rapido entro le 24) o, in alternativa, alla presentazione della prova di una vaccinazione completa o di un recupero da Covid. Tale prova deve essere presentata alla compagnia aerea prima della partenza» si legge su Re-Open Europa. Bambini sotto i 6 anni esentati.

Spostiamoci in Francia: «Tutti i viaggiatori sono soggetti all’obbligo di un test molecolare negativo che deve essere effettuato 72 ore prima della partenza». Il test è obbligatorio anche per chi ha ricevuto 2 dosi di vaccino, ma sotto gli 11 anni si è esentati.

Al ritorno test prima di partire

Per entrare dall’Italia in Croazia serve: vaccinazione completata entro 14 giorni prima dell’arrivo, per chi ha avuto il Covid basta una dose ma va certificato. Chi è guarito negli ultimi 6 mesi deve esibire un test positivo eseguito nei 180 giorni precedenti o un certificato medico. Gli altri presentare un semplice tampone negativo, sia molecolare che rapido fatto 72 ore prima. Esenti i bambini sotto i 7 anni.

In Austria serve un certificato di vaccino (in tedesco o inglese, ma attenzione alle scadenze), una prova di guarigione datata non più di 6 mesi e non più recente di 3, o un test molecolare effettuato 72 ore prima della partenza, ma anche rapido nelle precedenti 48. Gli under 10 sono esenti. In Slovenia serve un test molecolare effettuato non oltre 48 ore prima o che siano trascorsi 7 giorni dal completamento del ciclo di vaccinazione con Pfizer, 14 per Moderna e J&J, 21 per AstraZeneca.

E se l’Ue vi pare complicata, ecco le regole per la Gran Bretagna post Brexit: un test negativo effettuato 72 ore prima della partenza; un form on line nei due giorni precedenti la partenza con indirizzo e numero di telefono; una quarantena di 10 giorni, 5 se non si è nella black list e si effettua un tampone a pagamento; 2 test al 2° e 8° giorno di isolamento, da prenotare e pagare prima dell’ingresso nel Paese al modico prezzo di 210 sterline.

E al ritorno? Fa fede per tutti i Paesi l’ordinanza Speranza del 14 maggio: «Resta l’obbligo di esibire all’arrivo un tampone molecolare o antigenico con esito negativo, effettuato nelle 48 ore che precedono l’arrivo in Italia». Buon viaggio. Se ce la fate a partire in questa Babele.

© RIPRODUZIONE RISERVATA