D opo aver chiuso le onerose operazioni in entrata legate agli acquisti di Ederson e al riscatto di Demiral, dai vertici di Zingonia è arrivato un ordine preciso per i due uomini di mercato dell’Atalanta: prima di procedere con altri acquisti bisogna trovare una sistemazione ai giocatori che non rientrano più nei programmi futuri della società.
Così, D’Amico e Congerton si stanno confrontando con la necessità di fare cassa, in un mercato in uscita che pare molto complicato da gestire. L’Atalanta ha infatti fissato un prezzo per i giocatori “messi in vendita”. Questo prezzo è però ritenuto alto dalle società interessate, che bussano alla porta dell’Atalanta, si informano, e poi salutano dicendosi non interessate. Lo sappiamo tutti che queste “scaramucce” fanno parte del teatrino di un mercato che è decisamente troppo lungo e poco appassionante. Nulla a che vedere con le formule spettacolari utilizzate dagli sport americani, dove il destino dei campioni milionari si decide in una serata al draft. Ma tant’è e ne dobbiamo prendere atto. In questa caldissima estate, il Bologna dell’ex Sartori si è informato ad esempio, sul costo della coppia Ilicic-Lammers, ma poi si è ritirato di fronte alle richieste dell’Atalanta. Badate bene, non si è dileguato, ma ritirato in buon ordine, che tradotto significa che sta lì, sonda altre possibilità, ma al contempo aspetta che si avvicini la fine d’agosto (in un’attesa snervante per i tifosi) prima di affondare il colpo a prezzi da saldo.