E se il virus non molla e il calcio non riparte? Ecco i conti (disastrosi): per l’Atalanta in fumo circa 20 milioni

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Q uando il settimanale Sports Business Journal pubblicò a tutta pagina sulla copertina del numero del 2 marzo un tifoso con la mascherina sul volto seduto in una tribuna per il resto deserta, titolando “Impatto Virale: un mondo sportivo in ansia affronta la paura della salute globale” ai più sembrò un’esagerazione. Buona parte dei campionati calcistici avrebbe giocato anche la settimana seguente e i principali eventi sportivi di aprile e maggio erano ancora in calendario. Poi si è fermato tutto e martedì 17 marzo l’Uefa ha deciso di posticipare di un anno l’Europeo, per permettere la conclusione dei campionati nazionali e delle coppe continentali. Una scelta tutto sommato ovvia considerando che la Uefa deve tre quarti dei suoi introiti alla Champions League e all’Europa League e che il fatturato europeo dell’universo calcio dipende per appena il 9 per cento dalle rappresentative nazionali. Quanto perde il calcio dentro questa pandemia? Vediamo tutti i conti.