Il calcio made in Usa colpito duro dal Covid. Ma per il rilancio c’è la MLS Next, con un potenziale di 40 milioni di giocatori

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C’ erano una volta Landon Donovan, Micheal Bradley, Clint Dempsey, Jozy Altidore e il portiere Tim Howard. Onesti mestieranti o addirittura buoni giocatori che hanno saputo dire la loro pure in Europa, ma sicuramente casi sporadici all’interno di un paese in cui il “soccer” non aveva fino a qualche anno fa un forte seguito. Stiamo parlando ovviamente degli USA, che dopo anni di buio stanno oggi gettando le basi per produrre talenti che possano rendere la propria nazionale (maschile, la femminile è già la selezione più forte a livello mondiale) competitiva in campo internazionale. Se quindi poco tempo fa su Corner si è parlato dei patron americani alla conquista dell’Europa, oggi parliamo invece dei giocatori statunitensi e di come il sistema a stelle e strisce si sta rinnovando per aumentare la qualità dei propri prodotti, ossia i calciatori. Ad onor del vero c’è da dire che la vera rivoluzione per gli Stati Uniti in questo ambito è avvenuta nel 2007, e solo dopo più di un decennio si è iniziato a vederne i frutti. 2007 è infatti l’anno in cui è stata fondata la US Soccer Development Academy, un’accademia per giovani talenti chiusa per ragioni economiche dovute alla pandemia nell’aprile 2020 che non segue assolutamente alcun modello europeo. Questa “cantera” in versione statunitense collaborava alla chiusura dei lavori con ben 149 club, contava circa 500 squadre divise in 5 categorie tra Under-12 e Under-18 e più di 9000 calciatori di ambo i sessi. Obiettivo della US Soccer Development Academy è stato quello di concentrarsi sullo sviluppo tecnico dei giocatori, evitare loro viaggi interminabili per giocare le partite, uniformare i metodi d’allenamento formando una classe di allenatori più preparata e offrire ai propri giocatori un alto livello di competitività racchiudendo al suo interno solo squadre con una certa preparazione. Oltre ad allenarsi consecutivamente per 10 mesi l’anno, i club dell’Academy erano divisi in “conference” su base regionale (3 per ogni regione) in un modello praticamente identico a quello della NBA.