L’Atalanta, il 6° ritorno in Europa è (comunque vada) un capolavoro. E si può ragionare già di futuro

commento. L’editoriale

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L a storia è strana. Proprio là, su quel campo che ha regalato una delle delusioni più cocenti di questi anni, là dove si è persa la finale di Coppa Italia più indigeribile della storia, il destino ha regalato all’Atalanta la sesta qualificazione europea in sette anni. La gioia arriva grazie all’Inter, che, ironia nell’ironia, aveva tolto all’Atalanta il sogno di riprovarci. Ora è certezza: l’Atalanta nel 2023/24 giocherà di nuovo una competizione europea. Quale, vedremo. Tutto è ancora aperto. Uno spiraglio, per quanto piccolo possa essere, c’è persino per il sogno Champions. Più probabile (molto) l’Europa League, possibile la scappatoia della Conference. E comunque vada, diceva quello, sarà un successo. Sì, sarà un successo. Sarà un successo anche la Conference, che tanti (troppi) snobbano perché costringe a trasferte complesse, perché mette di fronte avversarie semisconosciute. Ma le grandi squadre - e l’Atalanta che va in Europa per 6 anni su 7 è una grande squadra - non possono mai permettersi di snobbare nulla. Le grandi squadre sono ingorde di vittorie, sono insaziabili, sono fameliche. Così come i grandi giocatori non vogliono mai perdere nemmeno le partitelle d’allenamento, le grandi squadre puntano al trofeo, quale esso sia. Mourinho docet: se sarà ricordato per qualcosa, a Roma, non sarà certo per il gioco o per stagioni entusiasmanti. Sarà ricordato per aver aggiunto un trofeo internazionale nella bacheca, magari anche due. E quando la Conference esaurisce la parte dei gironi, resta comunque un torneo internazionale che, per la dimensione dell’Atalanta, potrebbe addirittura consentirle di andare tantissimo avanti. Come la Roma, come la Fiorentina: la dimensione dei nerazzurri è del tutto paragonabile, forse anche un poco più in alto.

Ma magari, complice anche la sentenza Juventus, la Conference non sarà un affare per l’Atalanta. Vedremo. Chiaro che la Champions offre vetrine di prima categoria, e premi di partecipazione da capogiri. Ma l’Europa League oggi appare come la competizione più «giusta» per la dimensione tecnica dell’Atalanta. Certo, questo lo scriviamo oggi, con Gasperini in panchina e questi giocatori in rosa. Ma non sappiamo cosa accadrà in estate. Vale la pena, alla luce della certezza europea, abbozzare qualche primo ragionamento, dall’allenatore alla rosa.