Stromberg: «Forza Atalanta, si può crescere, con la fame da salvezza (e no, non ho ancora digerito il PSG

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C iao, amici di Corner! L’estate è finita, i campionati sono ripresi, la Champions è alle porte nuovamente. E io ho ricominciato a fare la mia vita di «prima»: su e giù da un aereo all’altro, tra Svezia, Italia, Inghilterra e ogni angolo d’Europa. Certo, come sapete una parte di me è sempre a Bergamo, in ascolto di quel che succede attorno all’Atalanta. In questi giorni sento grande fiducia in giro, vedo e sento altre «campane», che tifano altre squadre in altre città, gente che segue molto il calcio e più o meno tutti sono d’accordo nel dire che l’Atalanta non è più una sorpresa, che è destinata a rimanere dove è stata negli ultimi anni. Certo, mantenendo sempre i piedi per terra, perché senza i piedi per terra non si arriva da nessuna parte. Però ormai è evidente a tutti: l’Atalanta ha dimostrato che la squadra è arrivata così in alto non per caso. Tutto può succedere sempre, per carità: niente è vinto. Ma al momento non vedo che problemi o cose non soddisfacenti. Una cosa però c’è, che non ho ancora digerito: quel quarto di finale. Ve lo devo proprio dire: lo so che tutto quel che l’Atalanta ha fatto di positivo prima di quella partita può cancellare o sbiadire una delusione così forte, ma io faccio grande fatica a mandare giù quella serata di Lisbona.