Atalanta-Lecce 1-2, match analysis. Le posizioni degli attaccanti e l’efficacia degli esterni: tanti tiri, poco pericolosi

scheda. La match analysis di Gianluca Besana

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L a peggior gara del girone d’andata l’Atalanta l’aveva giocata proprio al Via del mare di Lecce, contro la squadra allenata da Baroni. Nell’occasione, i nerazzurri subirono due gol nel giro di 2 minuti (28° Baschirotto, 30° Di Francesco), e non riuscirono più a rimediare al doppio svantaggio. Non è andata meglio nella gara di ritorno, che ha visto l’Atalanta soccombere nuovamente per 1-2, in un’altra gara giocata tutt’altro che bene dai nerazzurri e che cancella di fatto il vantaggio della gara vinta all’Olimpico la scorsa settimana contro la Lazio. Tutto fuorché sperimentale è stata questa volta la formazione schierata da Gasperini: 3-4-3 con il ritorno in campo del tridente (Boga, Højlund e Lookman) almeno sulla carta, perché come vedremo in seguito non si è trattato affatto di tridente ma bensì di un meno convincente (almeno per la fase offensiva 3-4-1-2). Per il resto Gasperini ha dovuto fare i conti con le squalifiche e le assenze per infortunio. Fuori dai giochi Hateboer, che resterà ai box per tutto il resto della stagione, il tecnico di Grugliasco ha schierato sugli esterni Zappacosta a destra e Mæhle a sinistra. Ederson è scalato nei due in mezzo al campo e ha sostituito lo squalificato de Roon, mentre Demiral ha preso il posto dell’altro squalificato, Scalvini, determinando così anche lo spostamento di Djimsiti nella posizione di braccetto di sinistra.