Atalanta-Napoli, match analysis. Un copione visto troppe volte: tutti avanti e l’imbucata subìta. Servirebbe il piano B

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L a sfida con il Napoli ha rappresentato per l’Atalanta uno snodo stagionale. Con sempre meno partite da giocare da qua al termine della stagione, ogni gara vinta o persa può difatti fare la differenza nell’alzare o abbassare l’asticella delle ambizioni nerazzurre. Ebbene, la gara contro la squadra di Spalletti ha definitivamente messo la parola fine alle speranze di qualificazione Champions per i bergamaschi (almeno attraverso il campionato). Allo stesso tempo, la squadra di Gasperini ha confermato la flessione in corso, con gli indici previsionali che ormai indicano l’Atalanta in ottava posizione al termine del campionato, se gli orobici non sapranno velocemente rimettersi sui ritmi dell’andata.

I nerazzurri di Gasperini si sono schierati con l’abituale 3-4-1-2. Due le assenze pesanti per il tecnico di Grugliasco, ed entrambe nel pacchetto difensivo. Oltre a Toloi si è aggiunta all’ultimo momento quella pesantissima di Demiral. Per il turco, un risentimento alla coscia sinistra. Il Napoli di Spalletti ha dovuto rinunciare in partenza agli squalificati Osimhen e Rrahmani, ed agli indisponibili Di Lorenzo, Meret e Petagna. I partenopei si sono schierati con il 4-3-3 o 4-2-3-1, dove la posizione di Zielinski ha determinato la differenza tra l’una o l’altra disposizione . La corsia di destra è stata affidata al classe 2000 Alessandro Zanoli, mentre al posto dell’attaccante nigeriano è stato schierato il belga Mertens.