Atalanta, studio dei dati. I due «terzetti» d’attacco: l’effetto sul gioco e sugli avversari. E perché servono entrambi

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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D opo aver battuto l’Empoli nella gara che ha preceduto la sosta del campionato di A, l’Atalanta ha fatto il bis con la Cremonese, stesa per 3-1 nel pomeriggio di sabato. La squadra di Gasperini è così tornata a vincere due partite di seguito, fatto questo che in campionato non succedeva da inizio gennaio, quando i nerazzurri batterono la Salernitana (8-2), ed Bologna (1-2), nelle gare della 18ª e 19ª giornata di A. Per rimettere a posto la classifica serviva infilare un trittico di vittorie (Empoli, Cremonese e Bologna), concetto ribadito più volte qui su Corner, sfruttando un calendario che tra la fine di marzo e l’inizio di aprile proponeva degli impegni alla portata dei nerazzurri. La squadra di Gasperini ne ha per il momento vinte (in verità non senza qualche difficoltà) due su tre, e questo scatto le ha consentito di chiudere il gap in punti che si era aperto nei confronti del gruppo di testa. La vittoria contro il Bologna di Motta le consentirebbe con ogni probabilità di rientrare nel gruppo delle prime quattro, o quanto meno di tallonarlo da molto vicino, riaccendendo così il sogno di rivedere i nerazzurri impegnati nella competizione più prestigiosa in Europa.

Ma torniamo ora ai fatti di Cremona. L’Atalanta si è sbarazzata dei grigiorossi guidati da Ballardini con un rotondo 3-1 (1.66 xG contro 2.66 xG secondo le rilevazioni di Wyscout), in una gara certo non facile e che il grafico relativo alla produzione degli xG nell’arco dei 96 minuti di gioco ci illustra alla perfezione.