La fase dell’Atalanta: passeggera o strutturale? Cosa dice l’elorating e cosa si può fare per invertire la tendenza

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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I l rapporto tra l’Atalanta e Gasperini dura da ormai così tanto tempo che nemmeno una striscia di risultati negativi risulta del tutto nuova. Pur essendo Gasp l’allenatore in assoluto più vincente della storia dell’Atalanta, ovvero colui che l’ha portata in Champions League per ben 3 stagioni consecutive sfiorando persino la qualificazione alla semifinale, l’allenatore di Grugliasco non è difatti nuovo a periodi di risultati che non arrivano, e di gioco incerto espresso dai suoi. La prima di queste strisce capitò proprio all’inizio del suo rapporto con l’Atalanta, quando la dirigenza orobica lo mise persino in discussione. Nel corso delle stagioni in nerazzurro poi, chi segue l’Atalanta si è abituato alle sue partenze così così, o ai periodi di flessione dovuti ai cosiddetti “richiami di preparazione”. Col tempo gli appassionati ci hanno fatto l’abitudine, e si è sempre archiviato il tutto sapendo che l’Atalanta sarebbe tornata nel giro di poco a fare le cose di sempre. Tutto questo è durato per ben sei stagioni (o meglio, cinque e mezzo), che nel calcio moderno sono un periodo lunghissimo. La prima “crisi” prolungata a livello di prestazioni e di risultati la si è vissuta nella seconda parte della passata annata sportiva. Dopo gennaio, quando tutti si aspettavano la solita Atalanta brillante e capace di piazzare lo sprint finale, i nerazzurri sono entrati in quella che possiamo definire una “involuzione” a livello di prestazioni e risultati.