Atalanta al Dall’Ara, stadio storico: da orgoglio del Duce al restyling fermo per l’esplosione dei costi. Averlo Saputo...

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S e l’avesse Saputo, probabilmente mister Joey, imprenditore canadese dalle chiarissime origini italiane e proprietario del Bologna (oltre che del Montreal, già Impact, della Mls), ci avrebbe pensato bene prima di mettere mano al restyling del “Dall’Ara”, il primo stadio italiano nel senso moderno del termine. Costruito nel giro di un solo anno e celebrato a fine ottobre 1926, con tanto di ingresso trionfale di Benito Mussolini a cavallo e statua equestre rimasta sotto l’arco della torre di Maratona fino a liberazione avvenuta e quindi tirata giù a furor di popolo. Per la cronaca, poco dopo il taglio del nastro del “Littoriale”, questo il nome originario dell’impianto bolognese, Mussolini sfugge a un attentato per mano di un giovane 15enne (Anteo Zamboni) che viene linciato sul posto dagli squadristi.

La prima partita dei rossoblu nel nuovo stadio – fino a quel momento avevano giocato allo “Sterlino”, appena fuori Porta Santo Stefano - è datata 5 giugno 1927, 1-0 al Genoa.

La settimana prima c’era stata l’inaugurazione ufficiale con l’amichevole Italia-Spagna finita 2-0 alla presenza di Re Vittorio Emanuele III e dell’erede al trono iberico Alfonso di Borbone. Fino a quel momento gli stadi in Italia sono di fatto un insieme di tribune o impalcature posizionate intorno al terreno di gioco, a Bologna ne viene invece pensato e costruito uno completo dalla forma ovale con murature in mattoni rossi e finestre ad arco che ancora oggi sono un segno distintivo dell’impianto.