Caudano, il trionfo dell’Atalanta, la peste del 1600 e la morale del weekend: aveva ragione Leopardi, il sabato è meglio

Articolo.

Lettura 4 min.

L eopardi non aveva a disposizione il calcio con anticipi e posticipi. È vero che ha scritto un’ode dedicata “A un vincitore nel pallone”, ma non si trattava di calcio, bensì di “palla col bracciale”, e non di uno stadio, ma dello Sferisterio di Macerata. Invece, ha regalato al mondo “Il sabato del villaggio” per mirabilmente esprimere l’idea che spesso l’attesa (il sabato) è più gratificante dell’evento atteso (la domenica, quando “tristezza e noia / recheran l’ore, ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier fará ritorno.). “Ma solo perché non aveva a disposizione il calcio e i suoi anticipi e posticipi”, pensa fra sé il professor Caudano, la cui domenica ha la conciliante dolcezza che può seguire solo a un sabato di trionfo per l’Atalanta. Lo 0-3 di San Siro contro il Milan capolista ha lavato via le scorie dei due pareggi contro Genoa e Udinese, avversari scorbutici e inclini più a perdere tempo che a giocare a calcio. Altri ne verranno, e sarà bene trovare antidoti ai catenacci più risoluti e odiosi, ma nel frattempo, contro una squadra disposta alla sfida, il meccanismo (ri)costruito da Gasperini è parso splendido. Difesa imbattuta, granito in cui brilla il diamante rozzo ma inconfondibile di Romero; centrocampo di umile solidità mescolata a intelligenza tattica, con gente come Freuler, de Roon, Hateboer, Gosens e Pessina; attacco in cui Ilicic ricamava arabeschi finissimi e Zapata lottava di fisico, fragorosamente. Risultato, Milan 0 - Atalanta 3. E il Milan capolista e comunque Campione d’inverno, non un diavolo in declino…