Cremonese-Atalanta, il derby a storia variabile: prima amicizia, poi rivalità. E un campo dove non si vince da 22 anni

storia. Il racconto di Dino Nikpalj

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N on si esce vivi dagli anni ’80, come cantavano gli Afterhours. E per l’Atalanta il derby all’inizio di quella decade era con la Cremonese, altro che Brescia, Milan o Inter. I rapporti con il capoluogo regionale sono stati sempre poco continuativi, quelli con le rondinelle tutto sommato accettabili. Narrano le cronache curvaiole che hanno cominciato a incrinarsi in occasione di un match di Coppa Italia del settembre 1977 tra Brescia e… Cesena, tra l’altro ora gemellate. Tutta “colpa” di un gruppo di tifosi atalantini che decide di andare al “Rigamonti” per sostenere rumorosamente Ezio Bertuzzo, l’eroe della promozione in B inopinatamente ceduto in estate ai romagnoli. Dopo qualche mese torna in nerazzurro a furor di popolo e, detto per inciso, in quella partita segna la sola rete della sua parentesi in bianconero. Con l’Atalanta non andrà molto meglio, solo 2. Dicevamo del Brescia: ai tempi l’ultimo incrocio con i cugini d’oltreoglio è di fine marzo 1980 a Bergamo. Le rondinelle vincono 1-0 con rete di quel Maselli che già ci era stato letale giusto un anno prima in quel di Bologna in A: una sconfitta sempre per 1-0 che si rivelerà decisiva per la retrocessione. Questa volta invece non ci sono rischi: l’Atalanta di Titta Rota vegeta a centroclassifica e manca l’appuntamento con il ritorno in massima serie dove invece ci finisce a sorpresa proprio il Brescia trascinato dai bergamaschi Mutti e Salvioni e con Simoni in panca. Unico cenno di nota, una scazzottata tra tifosi di opposte fazioni ritrovatisi fianco a fianco (impensabile oggi, ma anche da lì a pochi mesi…) su un treno della Bergamo-Brescia. Decisamente poca cosa…