Gli scippi mancati all’Atalanta e quello reale sulla strada: gioie e tormenti del prof. Caudano

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U n brivido di grigio, viscido squallore lungo la schiena. Uno sfregio, un senso amaro di impotenza, il dolore che deriva dall’assistere a un’ingiustizia senza rimedio. Il professor Caudano sta camminando a testa bassa verso il Liceo «Da Vinci», con la sua andatura bofonchiante e pensosa. È lunedì mattina, un lunedì mattina già autunnale, di aria fredda e cielo compattamente grigio, e lui medita sulle ultime vicende di campionato. Zagabria ai suoi occhi è ormai un episodio metabolizzato e archiviato, il cui senso si rivelerà soltanto al secondo appuntamento di Champions, allorché si capirà se l’Atalanta sia inadeguata al torneo come una ragazza di campagna alla settimana della moda o se si sia presentata soltanto un po’ svagata (più che emozionata) al primo appuntamento.