L’Atalanta torna all’Alvalade, anzi no: là dove segnava Cantarutti ora c’è un cantiere. E questo è il nuovo stadio

storia. Il reportage di Dino Nikpalj

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I n realtà Aldone Cantarutti 35 anni fa aveva segnato qualche decina di metri più a Nord dell’attuale Alvalade, più o meno dove ora sorge il Pavilao Joao Rocha, il palasport dello Sporting che di suo è una polisportiva. Ma soprattutto ha una denominazione ufficiale che va al di là di Lisbona: Sporting Club de Portugal, per capirci. Nella capitale lusitana il calcio è una cosa molto seria, lo si capisce in fase d’atterraggio quando andando verso la pista infili l’uno dietro l’altro gli stadi del Belenenses, del Benfica e dello Sporting. E da qualche parte ci dovrebbe pure essere quello della finale del 1967 di Coppa Campioni persa dall’Inter con il Celtic. L’Alvalade del mitico pareggio 1-1 del 1988 che aveva portato l’Atalanta a una storica semifinale di Coppa delle Coppe non c’è più, e ormai da oltre 20 anni.È stato demolito per lasciare spazio all’attuale, costruito però qualche decina di metri più a Sud-Ovest, seppure nello stesso comparto. Decisamente popolare, tra casermoni e la stazione dei bus e della metro di Campo Grande. Il nuovo stadio è un gioiello a 5 stelle Uefa (come il Da Luz degli arcirivali del Benfica dove l’Atalanta ha giocato i quarti di Champions nel 2020 col Psg) costruito per gli Europei del 2004, quelli che il Portogallo ha incredibilmente perso in casa in finale con la Grecia.