Quei pezzi di Atalanta nella storia del Bologna. Reja, Doni, Magoni... e l’incubo di quella sfida con il Marsiglia

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B ologna e Parma in finale di Coppa Uefa a Mosca, all’ombra della Piazza Rossa. Manco la penna geniale di Giovannino Guareschi avrebbe potuto immaginare un epilogo del genere, quasi godereccio, roba da remake de “Il compagno Don Camillo”, anno di grazia 1965, ultimo film della serie con Fernandel e Gino Cervi con Luigi Comencini alla regia. E invece tutto sfuma a 5 minuti dalla fine e a 11 metri dal traguardo. Capita. A Lisbona, per dire, l’Atalanta si è giocata la qualificazione alla semifinale di Champions tra il 90° e il 93° contro il Psg e non l’abbiamo ancora digerita: ecco, a Bologna non sono bastati ettolitri di Lambrusco per cacciare giù quella sera di primavera con un’altra squadra francese, il Marsiglia. Anche perché gli anni a venire non è che abbiano riservato poi così tante soddisfazioni da quel 20 aprile 1999, il punto più alto della storia recente dei rossoblu, almeno dopo la Coppa Italia vinta nel 1973-74. Parentesi cronologica necessaria ai fini dell’inquadramento storico: fino alla stagione 1981-82 il Bologna è nel ristrettissimo novero (allora con Inter e Juventus, ora restano solo i nerazzurri) delle squadre mai retrocesse. Lo sa benissimo l’Atalanta che tre stagioni prima paga dazio nell’ultima giornata, quando la vittoria 2-0 con il Lanerossi Vicenza non serve a evitare la B perché in contemporanea i felsinei riescono misteriosamente (…) a recuperare 2 goal in casa al Perugia dei miracoli che finisce secondo e imbattuto dietro al Milan della stella, quello che farà conoscenza per la prima volta con i cadetti al termine della stagione successiva causa calcioscommesse. Una volta imboccata la discesa verso gli inferi il Bologna però non si ferma più e la stagione successiva prova l’ebbrezza di un’altra prima volta, quella della C1. Tutto nel giro di un anno, un doppio scivolone replicato tra il 1991 e il 1993 con in mezzo una stagione di pausa compensata poi da un fragoroso fallimento, così tanto per non farsi mancare nulla.