A Redona un sabato sera con Ivan Graziani

Musica. Sabato 14 gennaio al cineteatro Qoelet di Redona una serata di canzoni e parole dedicata a tutti i lati (ancora in parte da scoprire) di questo artista. Leggi di più su L’Eco di Bergamo dell’11 gennaio.

È l’omaggio di Filippo Graziani, uno dei suoi due figli, anche lui oggi cantautore, che farà rivivere brani famosi come «Lugano addio», «Firenze (canzone triste)», «Agnese dolce Agnese», «Pigro», ma suonerà anche le canzoni dell’esordio e meno note. L’appuntamento è sabato 14 gennaio alle 21 al cineteatro Qoelet di Redona, a Bergamo, dove si terrà il concerto «Arcipelago Ivan»: canzoni, musica, disegno, scrittura, tutti lati (ancora in parte da scoprire) di questo artista che è stato, appunto, un «arcipelago» umano.

È l’omaggio di Filippo Graziani che porterà gli spettatori tra musica e letture per ridare vita ai grandi successi del chitarrista abruzzese, ma anche le canzoni dell’esordio e meno note dei quello che è considerato il primo «cantautore rock» (e uno dei migliori chitarristi in assoluto) italiano. Sul palco ci saranno lo stesso Filippo Graziani, voce e chitarra, Tommy Graziani (l’altro figlio di Ivan) alla batteria, Francesco Cardelli, basso e chitarra acustica, Elia Zambardino, pianoforte, tastiere e fisarmonica. Regia di Gigi Bischi; biglietto 15 euro, acquistabile su redona.18tickets.it.

Da Battisti a Renato Zero

Graziani è morto il 1° gennaio del 1997, nella sua casa di Novafeltria, nel riminese. È stato, per antonomasia, un cantore di vicende di provincia, osservatore di micro-storie, che riusciva a rendere intriganti e fascinose. Molto amato negli anni ’70 e ’80, e poi altrettanto dimenticato dai grandi media, era un artista insolito a difficilmente inquadrabile: crudo e melodico al tempo stesso, romantico e rock, certamente chitarrista (acustico ed elettrico) di assoluto livello - non per niente come session man ha lavorato con Battisti, De Gregori, Venditti, Pfm, Renato Zero -, le sue «sceneggiature» sono dotate di una vena ironica e surreale, a tratti addirittura «noir», che ne faceva un eccentrico nell’Italia della canzone sanremese - del resto assolutamente in secondo piano negli anni del suo improvviso successo.

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