Addio a Gino Frigeni, fondatore de «I Monelli»

LUTTO. Il chitarrista formò il gruppo con il fratello Bruno all’epoca del «beat». Ha ideato «Bergamo di note», un testo di riferimento per la musica orobica.

Se n’è andato Gino Frigeni e insieme se ne va un piccolo grande pezzo di storia della musica bergamasca. Chitarrista, fondatore insieme al fratello Bruno de «I Monelli», all’epoca del «beat», Gino ne ha passate tante, ha fatto musica sino ai quarant’anni, poi si è dedicato al suo «Acquario Frigeni».

La passione per la chitarra l’ha passata al figlio Fabrizio che oggi è un musicista, produttore, manager, talent scout di successo. Del buon Gino manterremo un ricordo importante anche perché, insieme a Franco Dassisti, è stato l’ideatore di «Bergamo di note – Novant’anni di pop, folk, rock, jazz fra le Alpi e la pianura» (Grafica & Arte), un testo di riferimento, unico in materia di musica e musicisti di casa nostra.

Gli inizi a 14 anni

La storia della musica da Bergamo al mondo o verso dimenticatoio, passa da quelle pagine dense di tante piccole storie e altrettante vicende personali. Gino vi ha dedicato una decina d’anni di appassionata ricerca. Quando nascono I Monelli, il suo primo gruppo, siamo negli anni Sessanta e quel complesso diventa presto un pilastro della musica leggera orobica. È il tempo in cui si traducono in italiano tanti successi internazionali. Il gruppo collabora con Paoli e Mogol. Ma la storia di Gino comincia prima, il 22 aprile del 1935. Intorno uno scenario da Albero degli zoccoli, nasce dalle parti di Curnasco di Treviolo. Famiglia operaia. Il padre di Gino e del fratello Bruno suona la chitarra e il mandolino nell’orchestra Estudiantina. Anche lo zio dei ragazzi suona. Quando Gino ha 14 anni già schitarra da autodidatta e Ernesto Quadri lo chiama a far parte della sua compagnia di varietà.

Il militare serve a consolidare la passione per la musica, gli anni Cinquanta volano via, ma nel ’58 nascono i Gimut, il primo gruppo che porta il nome costruito con le iniziali dei componenti, Gino in testa. Tre anni dopo nascono I Monelli con il fratello Bruno al basso e al canto, Maurizio Battaglia alla batteria, e tal Camillo Facchinetti che un giorno si farà chiamare Roby e diventerà la colonna portante dei Pooh.

È un tempo in cui i gruppi nascono e si sciolgono in fretta. Nel 1963 un ingaggio porta il complesso bergamasco all’orecchio di Paolo Bacilieri, ospite fisso al «Musichiere» di Mario Riva. Ne viene un contratto stagionale. Ma I Monelli cominciano a sfaldarsi proprio nel momento in cui il successo è a un tiro di schioppo. Bruno parte militare, Facchinetti e Battaglia vengono ingaggiati da Pier Filippi e Les Copains, solo Gino resta al pezzo, raggruppa altri musicisti per tener fede ai contratti già firmati.

I Monelli resistono ancora grazie al suo impegno. Si suona ancora con quel marchio, anche accanto a star come Van Wood. La concorrenza però è forte. Vanno alla grande i Dik Dik, i Nomadi, l’Equipe 84. I Monelli arrivano alla «Fiera dei sogni» di Mike Bongiorno; entrano nell’enciclopedia del rock italiano, dalla finestra del beat.

Intanto i tempi cambiano, arrivano suoni nuovi e altri ritmi. Lo stesso Gino comprende che il beat dei Monelli ha finito il suo momento. Nascono così i Modulo 5 con la chitarra di Gino Frigeni, il basso e la voce di Fulvio Monieri, il sax e la tromba di Roby Meloni, le tastiere di Marco Peroni, la batteria di Raffaele Caccavale. Nelle vene della band scorre il rhythm’n’blues, gli ingaggi nei locali d’Italia non mancano. Ma presto arrivano gli anni Settanta e la musica cambia ancora.

I funerali sabato

La nuova creazione di Gino Frigeni si chiama 20° Secolo, gruppo aperto che incontra Caterina Caselli, Fred Bongusto, Bruno Lauzi, e segue le orme del rock d’epoca, in particolare del progressive di Genesis e Van Der Graf Generator. Si procede per un po’, poi alcuni elementi se ne vanno e il leader se ne torna in cantina a leccarsi le ferite e ricostruire un’altra formazione, i 20° Secolo General Music. Si va avanti fino al 1975, poi Gino cambia strada. Mette su famiglia, si dedica ad altro. Senza mai dimenticare la musica che resta nel Dna dei Frigeni tutti. I funerali sono fissati per sabato 27 aprile, alle 15, presso la Parrocchiale di Curnasco di Treviolo.

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