Bergamo protagonista allo Zecchino d’oro con Martina e... Mozart

All’Antoniano di BolognaIl 30 maggio su Rai1 la finale. Sul palco la bambina con una canzone che si ispira al famoso compositore, scritta da Pieraccioni e Tricarico.

Lo Zecchino d’oro si avvicina e tra le protagoniste della 63esima edizione che andrà in onda il 30 maggio alle 17,20 su Rai1 c’è anche la bergamasca Martina Serravalle, che interpreterà la canzone «Mozart è stato gestito», scritta e musicata da Leonardo Pieraccioni e Francesco Tricarico. «Non vedo l’ora di cantare a Bologna con il coro dell’Antoniano e incontrare le mie nuove amiche», spiega Martina che, a causa della pandemia, ha potuto provare in studio pochissime volte ed è dovuta ricorrere invece spesso alle videochiamate.

«Siamo tutti emozionati - aggiungono i genitori, Sara e Claudio -. L’attesa ci sembra infinita, anche perché l’edizione è già slittata da dicembre a maggio. È lo Zecchino più lungo della storia a causa della pandemia. Ora speriamo davvero vada tutto bene e di poter vivere con la nostra bambina questo suo sogno». «Mi piace tanto cantare - dice Martina, dieci anni compiuti a gennaio -. Da grande voglio fare proprio la cantante. La cosa più bella a Bologna sarà rivedere le mie amiche e le maestre con cui ho fatto le prove, ci siamo sentite spesso in videochiamata».

Allo Zecchino d’oro con Martina ci saranno altri 15 solisti per interpretare insieme al Coro dell’Antoniano le 14 canzoni in gara. Canterà «Mozart è stato gestito male» assieme a Davide Bellemo, un bambino di 6 anni di Chioggia. La canzone fa già parte di una compilation distribuita da Sony Music Italia. E sul sito dello Zecchino d’oro si può guardare il videoclip della canzone con Martina e Davide e un disegno animato in cui vediamo all’opera anche Mozart.

Il testo all’inizio è un vero e proprio scioglilingua - come si legge anche sul sito dello Zecchino d’oro -, «un testo particolare e surreale per raccontare in modo diverso uno dei personaggi più talentuosi di tutti i tempi: Mozart! Ma tra frasi bizzarre e giochi di parole si nasconde, forse, un’amara verità: “Chi sa resta zitto chi non sa parla sempre, parla continuamente”. Un elogio all’umiltà e al vero sapere, quello che può lasciare un segno indelebile nella storia».

«Il messaggio della canzone - spiega mamma Sara - è profondo: in tanti si sentono tuttologi e parlano ma in pochi ascoltano con attenzione». Il brano è stato scritto dal regista e attore toscano Leonardo Pieraccioni e dal cantautore Francesco Tricarico e approvato da Carlo Conti, direttore artistico dello Zecchino d’oro. «La canzone parla di un bambino che non viene ascoltato - ha spiegato Tricarico -, circondato da adulti poco credibili ed egocentrici. Lui non ci sta, vuole dire la sua. È un modo semplice per parlare di un argomento più grande che ha a che fare con le opinioni e con la scienza».

Il brano ha un inizio trap: «Nei vari arrangiamenti temo si sia un po’ perso, ma la radice è quella», aggiunge Tricarico. Per Martina, che fa parte del Minicoro Monterosso, non è stato facile imparare lo scioglilingua iniziale: «Prima l’ho letto più volte, poi l’ho cantato e ricantato fino a non sbagliarlo più. Comincia così: Leo Lo sai che l’hai Lai lo sai che l’ho. Episteme seme deme doxa phanta zio zia Zina benzi».

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