«Casanova», il musical di Red Canzian diventa un film

L’INTERVISTA. L’opera pop sarà proiettata al Lido di Venezia il 2 settembre. Il coronamento di un successo clamoroso: 100mila spettatori in 88 repliche. Il 27 settembre in concerto a Bergamo con i Pooh.

Il «Casanova» di Red Canzian torna a casa, nella sua Venezia. «Casanova Opera Pop – Il Film» approda al Lido di Venezia il prossimo 2 settembre, alle ore 16, in Sala Volpi, nell’ambito delle proiezioni del «Venice Production Bridge». È il coronamento di un successo clamoroso: nella stagione 2022-23 registrati 100mila spettatori in 88 repliche complessive; con tante richieste ancora, in Italia e all’estero. Al film si è pensato anche per soddisfare tutti, in qualche modo.

«Per prima cosa fammi dire quello che sto vivendo», dice Red Canzian, l’artefice primo del musical, autore di tutte le musiche. «Siamo felici per questi concerti meravigliosi che abbiamo fatto, per l’atmosfera bellissima che si è ricreata. Abbiamo ricomposto la family e il fatto che siano intervenuti i nostri figli, Francesco, Daniele e Phil, ha unito ancora meglio la squadra Pooh. Sai quanto fossi convinto che era tutto finito e invece questo ritorno è davvero piacevole, divertente. Lo spettacolo è molto bello. A fine settembre (esattamente il 27 in Fiera, ndr) arriviamo anche a Bergamo».

La novità è un’altra: riguarda «Casanova» che torna nei suoi luoghi. Dalla visione teatrale d’insieme si passa al dettaglio delle immagini cinematografiche.

«Ci sono cose dello spettacolo che ho scoperto durante il montaggio del film. Durante il tour nei teatri non le avevo viste bene. Le riprese chiaramente non sono fatte da concerto live, sul palco. I particolari sono determinanti. Ho visto volti e momenti che neppure avevo notato. La narrazione è più chirurgica, introspettiva. Mi ha affascinato tantissimo questo mondo. Credo che l’immagine unita alla musica abbia una forza dirompente. L’emozione che trasmette è pazzesca. Del resto se vai a vedere un quadro in un qualsiasi museo, con la musica in sottofondo, ti godi lo sguardo diversamente. L’unione tra musica e immagine mi ha sempre affascinato. Anche con i Pooh. Per il “Casanova” è lo stesso: contano le luci, la narrazione che si sviluppa attraverso la luce puntata nel modo giusto. Io e Bea, mia moglie, abbiamo seguito questo progetto insieme ai nostri figli, Chiara e Phil. Quando è partita l’avventura ero in ospedale. Hanno fatto tutto loro. Oggi siamo contenti. Abbiamo realizzato a Londra la versione con i sottotitoli in inglese. Vogliamo far conoscere l’opera a più gente possibile. Per questo musical abbiamo richieste da Macao, Hong Kong, Pechino. Dobbiamo solo capire come gestirle. Per portare in quelle zone le attrezzature ci vuole un mese di nave».

Il film è più esportabile.

«Esatto. L’abbiamo pensato in questo senso. Il regista è Riccardo Guernieri, che lavora da sempre con Ligabue. È di Correggio come Luciano. Sono stato in zona per giorni a montare il film. Ha uno studio bellissimo, attrezzatissimo. È di una bravura unica. Pensa che le riprese dello spettacolo le ha fatte con un solo collaboratore e alcuni telefonini. Ha scritto e memorizzato tutta la regia, praticamente il film era già montato alle fine delle riprese. Con poche cineprese e qualche cellulare ha fatto miracoli. È bravissimo. Non si è perso una sola emozione dello spettacolo».

Il musical girerà ancora?

«S’intende. Nonostante i risultati, abbiamo girato un ventesimo dell’Italia: mancano il Sud, la costa adriatica. Le richieste non mancano. Ripartiremo a ottobre del ’24 con la tournée di “Casanova”. Nel frattempo uscirà il dvd del film con un docu-film realizzato nel backstage dello spettacolo. Il doppio dvd riporta dalla prima nota all’ultima e raccoglie le dichiarazioni di tutti coloro hanno partecipato alla realizzazione del musical: Stefano Nicolao per i costumi, Massimo Checchetto, della “Fenice”, per le scenografie. Tutti quelli che hanno fatto cose si raccontano. Il film serve anche a soddisfare le richieste inevase. C’è anche chi ha visto il musical più d’una volta e vuole rivederselo a casa».

Questa prima avventura in materia di teatro musicale cosa le ha insegnato?

«Non siamo dei produttori di esperienza, sono un musicista e nient’altro. Ho scritto questa cosa e mi sono divertito. Sono sempre stato appassionato di disegni, di grafica. Unire la musica e le immagini mi ha sempre intrigato. Come autore il mio “Casanova” è stato una vittoria. Scrivere due ore di musica a supporto di una storia così complessa è stata un’impresa appassionante. Non è una storia facile quella che abbiamo raccontato. C’è l’intrigo politico, l’amore, la passione. Abbiamo pensato a una visione del “Casanova” fuori dagli stereotipi. La squadra ha vinto anche stavolta, dopo anni che stavo con un’altra squadra. Il lavoro di famiglia è stato entusiasmante. Quando lavori in casa, con le persone che ami, non ti devi difendere da nessuno».

A proposito di famiglia, tutto l’affetto che avete ritrovato come Pooh vi ha fatto riflettere sulle scelte fatte? L’amore del pubblico vi ha fatto pensare all’opportunità di regalare un’altra canzone?

«Sto vivendo quello che accade con la voglia di gustarmi tutto l’amore che il pubblico ci ha dimostrato. Su quello che succederà non ho idee, non c’è in previsione nulla. Non c’è alcun ragionamento da parte nostra della serie “adesso facciamo un disco”, “progettiamo il futuro”. Vogliamo goderci il momento bellissimo tutti insieme. Poi siamo gli ultimi che possono dire una cosa con certezza dopo quello che è successo. Nel 2016 era finito tutto, e ora questo colpo di vita ci permette di ritrovarci meglio di come ci siamo lasciati. A questo punto non dico nulla. Andiamo in progress. Facciamo questi 25 concerti; chiudiamo a fine novembre in America e poi vedremo. Siamo tornati ad essere gli amici per sempre che abbiamo cantato».

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