Duemila studenti a lezione col CDpM e a Bergamo Tv

IL PROGETTO. Jazz, pop e rock nei corsi per le scuole Angeleri: la musica educa i giovani alla creatività. Nelle aule le telecamere de «La mia canzone».

Sono duemila le adesioni di quest’anno degli studenti degli Istituti comprensivi e dei licei di Bergamo agli incontri progettati dal CDpM per Bergamo Jazz e la Fondazione Teatro Donizetti. Un’attività che raggiunge il clou durante la settimana del festival di marzo, ma che parte diversi mesi prima con corsi e laboratori sulla coralità e sulla percussione per continuare per tutto il mese di aprile per l’International jazz day Unesco grazie alla collaborazione con il Comune di Bergamo inaugurata nel 1987.

L’obiettivo è portare la musica a scuola, ed in particolare il jazz, pop e rock, con attività che partono dalle scuole primarie fino alle scuole secondarie.

«Portare il jazz a scuola oggi non significa proporre solo un repertorio stilistico, spesso sconosciuto dagli studenti, ma educare i giovani alla creatività facendo musica con l’improvvisazione, il dialogo collettivo e soprattutto l’ascolto reciproco – spiega Claudio Angeleri, presidente del CDpM e dell’Associazione nazionale Scuole jazz e musiche audiotattili –. Si tratta di un progetto di valore educativo che si riallaccia a tutte le discipline della scuola. Per questo motivo è importante la formazione dei docenti per realizzare percorsi che continuano tutto l’anno».

Le scuole

Ecco l’elenco delle scuole che hanno aderito ai laboratori e alle lezioni concerto del CDpM: gli istituti comprensivi Santa Lucia, Donadoni, Camozzi, Bambin Gesù di Bergamo, Zanica, Nembro, Albino, Sorisole, Azzano San Paolo, Grassobbio, Zingonia, Torre Boldone, Abbazia di Albino, Arcene, San Pellegrino e Valle Serina, i licei Lussana, Manzù di Bergamo e l’Istituto Superiore di San Pellegrino.

«Nel master accademico di secondo livello - continua Angeleri - che promuoviamo insieme all’università di Roma 3 per gli insegnanti, oltre alle materie musicali con docenti di altissimo livello come Trovesi, De Piscopo, Intra, Damiani, ci sono esperti di psicologia cognitiva, musicologia, didattica della musica e musicologia come Vincenzo Caporaletti, Raffaele Pozzi, che a Bergamo ormai sono di casa».

Con il termine «musiche audiotattili», utilizzato dal ministero dell’Università per definire i corsi di alta formazione, si intende soprattutto la musica «altra» come il jazz, il pop, il rock, la world music. Un insieme di esperienze e linguaggi musicali che utilizzano percorsi didattici diversi dalla musica classica con l’ausilio di nuovi testi come il disco, la registrazione audio e video, i social media che si affiancano ed integrano la partitura musicale. «Per questo motivo quest’anno abbiamo realizzato insieme a Bergamo Tv una trasmissione televisiva che ha fatto registrare ottimi ascolti insieme ai nostri giovani talenti del pop e jazz - spiega Paola Milzani, docente di tecnica vocale -. Il nostro lavoro non si limita al perfezionamento strettamente musicale e tecnico, ma si estende anche agli aspetti legati alla produzione televisiva e alla registrazioni audio e video».

Nicola Tironi, regista di Bergamo Tv, illustra il percorso della trasmissione «La mia canzone»: «Per realizzare le sei puntate andate in onda da dicembre ad oggi, abbiamo iniziato le riprese la scorsa estate portando le telecamere nelle aule e nelle sale prova del CDpM per catturare i momenti di studio, arrangiamento e le prove di tanti giovani, poco più che ventenni, che si stanno affacciando al mondo professionale della musica».

Alceste Ayroldi, giornalista e docente di organizzazione e legislazione dello spettacolo di comunicazione, aggiunge: «Si può essere anche il più grande musicista del mondo, ma non serve a nulla se non viene comunicato adeguatamente. Per questo motivo da alcuni anni tengo a Bergamo una serie di seminari in cui insieme ai giovani musicisti pop e jazz affrontiamo i temi relativi alla comunicazione: come si scrive un comunicato, cos’è un press kit, qual è la funzione di un ufficio stampa».

Il segreto del fare musica oggi sta quindi nel mettere in relazione una adeguata ricerca didattica con la tecnologia televisiva, di registrazione e riproduzione sonora e video, con gli strumenti di comunicazione oggi più diffusi. Il rischio di perdere di vista l’originalità e l’autenticità musicale è tuttavia sempre dietro l’angolo, vista la diffusione massiccia dell’intelligenza artificiale applicata alla musica come l’auto-tune - il dispositivo che consente di correggere l’intonazione nelle esecuzioni vocali live e televisive - e i software che arrangiano e compongono la musica automaticamente.

«È proprio questo lo spartiacque che differenzia la qualità e la durata nel tempo di un cantante o una canzone anche a livello popolare di massa. Insegniamo infatti sia a utilizzare creativamente la tecnologia a disposizione, ma anche a formare e coltivare una professionalità che si realizza nel saper cantare e suonare dal vivo insieme ad altri musicisti senza alcun doping tecnologico – come avviene in gran parte delle trasmissioni e talent televisivi -, oltre a comporre, improvvisare, arrangiare e promuovere la propria musica - conclude Angeleri -. Ci occupiamo di jazz, pop e rock da quarant’anni con l’obiettivo di interpretare e rispondere ai bisogni dei giovani in musica: il successo di manifestazioni come “Emergenti”, o della recente trasmissione “La mia canzone”, delle lezioni concerto nelle scuole ne sono la dimostrazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA