Festival internazionale a Calcutta: premiato il regista bergamasco Fratter

Cinema Al festival internazionale, «Blu38» miglior film straniero. Premiata anche la protagonista Antonella Ponziani per la migliore interpretazione femminile.

Due premi importanti per «Blu38» al Nez International Film Festival di Calcutta. I riconoscimenti vanno al bergamasco Roger Fratter per la miglior regia (film straniero) e ad Antonella Ponziani per la miglior interpretazione femminile (film straniero). Lo ha annunciato la casa di produzione Adamantis. La pellicola diretta da Fratter dipana una storia misteriosa, sia valorizzando ciò che arriva in cuffia alla protagonista, Anita, che coordina le corse dei taxisti in una cooperativa dove lavora il marito Tristano (con il codice Blu38), sia utilizzando gli stilemi di un giallo singolare sopra una storia di conflitti personali.

Si comincia con il rimando al suicidio di Andrea, figlio di Anita e Tristano, la vigilia di Natale. Poi si arriva alla scoperta che Tristano è coinvolto nell’omicidio di Anna, già fidanzatina di Andrea. Entra quindi in scena Matilde, complice di Tristano… e si continua in un crescendo di tensione. La trama ha al centro un’unica protagonista: la Ponziani, nel film Anita. È la protagonista, attraverso la musica, i rumori e le voci percepite, a cercare di capire non solo se stessa, ma la realtà esterna dove la vita continua in tanti modi inimmaginabili.

La protagonista coordina le corse dei taxisti e, attraverso la musica, i rumori e le voci percepite, cerca di capire se stessa e la realtà esterna

Un «thriller psicologico», come spiega il regista Fratter: «Il film non solo è contestualizzato in un unico ambiente, ossia una stazione di taxi, ma è concentrato prevalentemente su una donna. Lo spettatore per certi versi vede tutto attraverso di lei, attraverso i suoi primi piani. È un genere che ha preso abbastanza piede in questi anni, ma come film italiano è davvero particolare».

Una pellicola complessa, in cui la percezione dello spettatore è quella di trovarsi davanti a una realtà oggettiva di malessere, in un’ambientazione sostanzialmente claustrofobica, un microcosmo in cui la donna convoglia il suo universo interiore.

Confida il regista: «È stato difficile trovare qualcuno in grado di tenere sul proprio volto quasi tutta la durata del film, serviva una grande attrice». La scelta è ricaduta sulla Ponziani, nota attrice romana che ha lavorato con Fellini, nel ’93 vincitrice del David di Donatello e del Nastro d’argento come migliore attrice protagonista per il film «Verso Sud» di Pasquale Pozzessere.

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