I «Segnali» teatrali partono dal sogno comune di mondi possibili

URGNANO. Il Festival organizzato dal Laboratorio Teatro Officina si svolge dal 24 agosto al 27 settembre. Il primo appuntamento è uno spettacolo-concerto da mezzanotte all’alba della compagnia Enten Hitti - Alchimie musicali.

«La vita è sogno» (La vida es sueño), si intitola il dramma filosofico-teologico di Pedro Calderón de la Barca e non potrebbe che iniziare con un lavoro che si ispira proprio al sogno, la XXXVI edizione di Segnali Experimenta – Festival Internazionale del Teatro di Gruppo organizzato dal Laboratorio Teatro Officina di Urgnano, che è stata presentata dal direttore artistico Gianfranco Bergamini nella sede della Rocca di Urgnano, insieme al sindaco Marco Gastoldi e ad Annalisa Chiappini della Pro Loco Urgnano che da qualche anno collabora all’organizzazione del Festival.

Apertura notturna

Si intitola infatti «La notte dei sogni», il primo appuntamento dell’edizione 2024 di Segnali Experimenta (info: 340 4994795. [email protected]. www.laboratorioteatrofficina.it), che andrà in scena sabato 24 agosto a cura della Compagnia Enten Hitti – Alchimie musicali che presenta, appunto, lo spettacolo intitolato «La notte dei sogni – Una notte sonora per sognare mondi possibili» interpretato da Pierangelo Pandiscia, Gino Ape e Jos Ulivini, Carmen D’Onofrio e Gianpaolo Verga. Più che di uno spettacolo in senso stretto si tratta di una sorta di rito, di un’esperienza che coinvolgerà gli spettatori/sperimentatori, dalla mezzanotte alle sei di mattina del giorno successivo (portare materassini o sacchi a pelo).

Ritmi arcaici e suoni naturali

«Il concerto - spiegano gli organizzatori - inizia a mezzanotte e dura fino all’alba. I musicisti suonano ininterrottamente ritmi arcaici, suoni naturali e brevi frasi melodiche che vengono ripetute in modo da creare uno stato ipnotico utilizzando sia strumenti a suono indeterminato (campane di cristallo, campane tibetane, bambù, flauti) sia strumenti tradizionali (violino, cetra, arpa celtica, oboe). Gli spettatori sono invitati a portare i propri sacchi a pelo e a trascorrere la notte alternando stati di veglia con stati di sonno/sogno. Al risveglio viene chiesto loro di ricordare e scrivere i sogni fatti nella notte. Tutti i sogni vengono poi appesi ad un albero (o tronco) simbolico, testimonianza comunitaria della notte e dei sogni fatti assieme».

Ricordi, dialoghi e reading

Ma se il teatro è sogno è anche fatto di ricordi, di testimonianze, di racconti, di commedie e tragedie di progressivi slittamenti dalla cronaca alla storia, ed ecco così che già il secondo appuntamento del Festival vedrà in scena (giovedì 29 agosto), Candelaria Romero in «Rosmarino» un dialogo tra una madre e una figlia, da un capo all’altro del mondo, per recuperare la dimensione del ricordo. Parla di pace, invece lo spettacolo di e con Giuseppe Goisis «Eirene, pace» (venerdì 6 settembre), un reading musicale (musiche dal vivo di Alberto Fiorino), «in cui si guarda alla pace dalla prospettiva della guerra».

I temi civili e la pace

Il direttore artistico Bergamini presentando l a nuova edizione, si tratta del Festival più «politico» degli ultimi anni, proprio perché il momento storico che stiamo vivendo richiede di tenere alta l’attenzione sui temi civili, quelli della pace, del ricordo (il bellissimo spettacolo di e con César Brie su Falcone e Borsellino: «Nel tempo che ci resta»), sulla condizione della donna, per esempio, nel racconto della vicenda di Alfonsina Strada, la prima donna a correre il Giro d’Italia (la racconta Federica Molteni di Luna e Gnac, domenica 22 settembre), o la storia delle donne partigiane, scritta da Silvia Briozzo e Barbara Covelli in «Liberedonne – Partigiane e resistenti» ispirato dal libro di Benedetta Tobagi. Il Festival si svolgerà dal 24 agosto al 27 settembre tra la Rocca Albani di Urgnano e l’Auditorium comunale, ingresso libero su prenotazione.

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