I Tiromancino al Creberg. Zampaglione: «Raccontiamo i nostri 30 anni di musica»

L’intervista Il frontman del gruppo: il 25 marzo a Bergamo per offrire due ore di pace interiore e uscire da questo clima di negatività che respiriamo da anni.

Federico Zampaglione è entrato nella macchina del tempo ed è tornato ai giorni felici della gioventù. Ha ricantato «Dune Buggy» degli Oliver Onions. Per la colonna sonora del nuovo film «Altrimenti ci arrabbiamo», nelle sale da mercoledì 23 marzo, ha scritto anche la canzone «Schivare proiettili». Intanto è in tournée con i suoi Tiromancino e venerdì 25 marzo fa tappa al Creberg Teatro (inizio ore 21).

Ci parla della pandemia e della guerra. «Ripartire dopo due anni è stato difficile, ma l’abbiamo fatto con grande entusiasmo perché è giusto tornare a fare il proprio mestiere malgrado tutte le difficoltà», spiega il musicista e regista romano. «Chiaramente non potevamo immaginarci che sarebbe scoppiata una guerra – continua –. Questo ovviamente ha creato dispiacere, disagio anche, le notizie che arrivano sono opprimenti e negative. Per il momento stiamo portando avanti il nostro lavoro e stiamo cercando di regalare alle persone due ore di pace interiore. Certo non è il momento più facile, ma bisogna cercare di andare avanti e fare quel che si può per dare una mano. La musica aiuta le persone a evadere per un attimo da questo clima di negatività che ormai respiriamo da anni».

«Per il momento stiamo portando avanti il nostro lavoro e stiamo cercando di regalare alle persone due ore di pace interiore»

L’ultimo album

Il concerto sarà una narrazione che racconta trent’anni di vita e di carriera con tutte le sfaccettature e le esperienze fatte. L’ultimo album, «Ho cambiato tante case», suona bene, con chiarezza, tra dolcezza e malinconia. “Questo sicuramente è un disco maturo – spiega Zampaglione –. Passano gli anni, a volte ti fai la guerra da solo, poi a un certo punto capisci che la tua natura è quella e impari a volerti un pochino più di bene. Questo è un disco dove comincio dicendo “ho cambiato tante case e ne ho fatte di cavolate, ma con tutti i miei ricordi ho fatto pace”. Credo che queste parole riassumano molto bene lo spirito dell’album».

Il tempo che passa

Nell’album ricorre una riflessione sul tempo che passa: “Tutti abbiamo nostalgia del tempo che passa – racconta il musicista –, soprattutto perché sappiamo che è l’unica cosa che non tornerà mai più indietro. Qualsiasi altra cosa più o meno può tornare: il successo, i soldi, un amico, una donna che se n’è andata. Il tempo è l’unica cosa che non tornerà più e quindi hai nostalgia di certi momenti che appartengono al passato. Per natura però mi concentro molto sul presente. Il passato a volte emerge nelle canzoni. Come persona vivo molto il momento. Non sono uno che si abbandona ai ricordi, né che si mette a fare eccessive riflessioni sul futuro di cui, per altro, nessuno ha il controllo. Cerco di essere nel presente».

Il concerto sarà una narrazione che racconta trent’anni di vita e di carriera con tutte le sfaccettature e le esperienze fatte

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