Kusama, biglietti esauriti. In settembre nuovi ticket

L’EVENTO. Sale l’attesa per la mostra dell’artista giapponese Yayoi Kusama, che dal 17 novembre 2023 al 14 gennaio 2024, porterà a Palazzo della Ragione «Fireflies on the Water» una delle sue «Infinity Mirror Room» più iconiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.

I 31.200 biglietti disponibili – diecimila in più di quelli preventivati – sono già andati esauriti. Bisognerà aspettare settembre per accaparrarsi gli ultimi ticket. La mostra prevede modalità di fruizione particolari, con ingressi contingentati nella «sala degli specchi»; per espressa volontà dell’artista, una sola persona alla volta potrà accedere alla sala e vi potrà restare non più di un minuto. «Il 60% delle prenotazioni on line all’evento arriva da fuori provincia, il 40% da fuori regione, – spiega il curatore Stefano Raimondi – abbiamo avuto richieste da tutta Europa e persino dal Giappone».

Ampliare l’orario di apertura di Palazzo della Ragione a tutti i giorni, dalle 9 alle 22, non è bastato a soddisfare le richieste. The Blank, promotore dell’iniziativa insieme al Comune di Bergamo, riaprirà le vendite in settembre. Chi voglia approfittare dell’occasione è invitato a pre-registrarsi sul sito web di The Blank.

L’installazione

Ma come si spiega tutto questo interesse per la mostra di Kusama? «È un’artista che rappresenta la complessità del contemporaneo – spiega Stefano Raimondi – e che negli anni Sessanta è riuscita a imporsi a New York pur essendo donna e immigrata. Poi, dopo un periodo di oblio coinciso col suo ritorno in Giappone, è stata riscoperta negli anni Novanta grazie alla Biennale di Venezia».

Al centro del percorso «Fireflies on the Water» – spiegano i promotori dell’evento – c’è un’installazione dalle dimensioni di una stanza, un ambiente buio, rivestito di specchi su tutti i lati; al centro della sala una pozza d’acqua, che trasmette un senso di quiete, in cui sporge una piattaforma panoramica simile a un molo e 150 piccole luci appese al soffitto che sembrano lucciole. Il luogo che accoglie l’installazione è ovattato nelle luci e nei suoni e l’arrivo alle soglie della stanza ha la valenza di un atto meditativo, di una contemplazione capace di portare il pubblico in una dimensione altra e diversa.

Cura e luce

«Questa installazione riunisce in sé i temi alla base della Capitale della Cultura – continua il curatore Stefano Raimondi –. La cultura come cura, luce, innovazione e tesoro nascosto. Non va dimenticato che è la prima volta che il Whitney Museum of American Art di New York presta quest’opera a un’associazione come la nostra, in precedenza solo il Centre Pompidou aveva avuto l’onore di ospitarla».

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