Mazzucotelli nuovo coordinatore di «Molte fedi»

LA RASSEGNA DELLE ACLI. Daniele Rocchetti saluta il progetto culturale che ha ideato 16 anni fa. Gli subentra il docente universitario.

Con il concerto «Bella Ciao» si è conclusa la 16ª edizione di «Molte fedi sotto lo stesso cielo», la rassegna culturale delle Acli di Bergamo. Una chiusura importante per il progetto culturale che, dopo 16 anni, saluta Daniele Rocchetti, fondatore, ideatore e storico coordinatore. A raccogliere il testimone sarà Francesco Mazzucotelli, docente di Storia della Turchia e del Vicino Oriente all’Università di Pavia. Membro del cda della Fondazione Serughetti La Porta, nel quinquennio 2018-2023 è stato coordinatore del gruppo di lavoro sulla cittadinanza e i mondi della politica nella Cet 1 (comunità ecclesiale territoriale della città di Bergamo).

«Ringrazio chi si è fatto sentire e mi ha mandato segni di vicinanza affettuosa – dice Rocchetti -. Nessuno mi ha chiesto di lasciare il ruolo e non ci sono ragioni – né di nuovi incarichi sicuri in mano né di pensione in arrivo – che mi hanno obbligato o invitato a farlo. Lo faccio perché credo sia importante – anche quando è doloroso come lo è per me ora – avviare processi, non occupare spazi. Ho maturato la convinzione che solo l’uso generativo e umile del patrimonio passato è mestiere decisivo per non compromettere il futuro e che è fondamentale imparare a consegnare. In questi anni è cresciuta una generazione di ragazzi in gamba che si sono presi in carico una fetta sempre più importante del progetto. Porterò con me la passione e l’amicizia con le tante persone che ho e che hanno reso lieve un carico che a volte si è fatto sentire».

«Sono molto onorato ed entusiasta di iniziare questo nuovo incarico e allo stesso tempo sono consapevole delle responsabilità e degli obiettivi verso i quali puntare – afferma Mazzucotelli –. Esprimo profonda gratitudine verso le Acli di Bergamo e in particolare verso Daniele Rocchetti, per aver creduto in me e avermi ritenuto in grado di raccogliere un passaggio di consegne certamente non facile. Molte Fedi è stato, è, continuerà a essere uno strumento di riflessione sulle grandi trasformazioni culturali e sociali, a partire dai mutamenti della comunità bergamasca dentro un mondo globale. Vorrei che la rassegna potesse essere nutrita dall’obiettivo di offrire un programma culturale di qualità accessibile a un pubblico ampio: una cultura aperta, critica e soprattutto popolare».

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