Quaderni di scuola? Memorie d’infanzia degne di un museo

ISTRUZIONE. Dall’iniziativa del bergamasco Thomas Pololi si è creata una raccolta di materiale scolastico di oltre 2.500 documenti provenienti da circa 35 Paesi. Un patrimonio a disposizione di studiosi e visitatori in cerca delle emozioni della giovinezza.

In via Broletto, nel centro di Milano, ha aperto il Museo dei Quaderni di Scuola, l’unico museo al mondo dedicato esclusivamente all’esplorazione e alla valorizzazione delle memorie di infanzia e adolescenza conservate in quaderni di scuola, diari, lettere scritti da bambini e bambine tra la fine del 1700 e i primi anni 2000. Il museo conserva una collezione di oltre 2.500 documenti di questo tipo, provenienti da più di 35 Paesi: le loro pagine costituiscono un patrimonio inestimabile perché permettono di scoprire il passato attraverso le parole scritte di proprio pugno da bambini e ragazzi. Nei quaderni, i bambini parlano di sé, della propria vita quotidiana, di scuola e famiglia, di amicizie e del mondo che li circonda. Le loro narrazioni non hanno solo un valore storico straordinario, ma sono anche una porta di accesso privilegiata allo sguardo e ai pensieri dei più piccoli.

Storici, insegnanti e pedagogisti

Dietro il museo, un lavoro di raccolta partecipativa di materiale avviato dal bergamasco Thomas Pololi nel 2004, e sfociato nella fondazione, nel 2014, di un’associazione di promozione sociale, «Quaderni Aperti». «Nel corso degli anni - spiega Pololi - un progetto nato in rete (nel 2008 l’apertura del primo blog) si è trasformato in un’associazione che sviluppa progetti culturali e sociali. Abbiamo capito che il materiale raccolto non è solo di interesse per storici, insegnanti, pedagogisti: l’impatto emotivo delle memorie di infanzia ha il potere di creare legami che valicano i confini generazionali e anche quelli nazionali. Coesione sociale e valore culturale, quindi, sono due aspetti complementari del nostro lavoro».

Collaborazioni con associazioni

Nel tempo l’associazione ha collaborato con realtà di diversi ambiti: dalle università («In particolare il gruppo di ricerca in Storia della pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la quale da ormai 10 anni organizziamo convegni e iniziative»), al FAI, ad associazioni interessate all’aspetto estetico oltre che pedagogico del quaderno come l’Associazione Calligrafica Italiana. «Di recente abbiamo ricevuto le prime richieste di consultazione di materiale anche da ricercatori di altri paesi: proprio a marzo, mentre stavamo ultimando i lavori per il museo, è uscito un articolo che ci menzionava sulla prestigiosa rivista Journal of American Studies pubblicata da Cambridge University Press».

La rete dei volontari

Il Museo dei Quaderni di Scuola «è un museo piccolo ma estremamente dinamico, proprio come la sua collezione in costante crescita e come le attività e i progetti dell’associazione che lo anima». I contenuti cambiano e si aggiornano costantemente, permettendo di scoprire a ogni visita qualcosa di nuovo. «Il museo “cresce” insieme al lavoro di ricerca sull’archivio, i cui contenuti vengono quotidianamente catalogati, digitalizzati, trascritti, tradotti. Ad aiutarci una rete di volontari internazionali, circa 300, che attraverso una piattaforma web ci inviano le trascrizioni e traduzioni, da 18 lingue diverse» spiegano i soci di Quaderni Aperti. L’archivio, nel 2019, è stato riconosciuto dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia come «di interesse storico particolarmente importante».

«Metterci in ascolto»

Il museo è rivolto a persone di tutte le età: adulti, bambini, ragazzi, possono esplorare a loro modo lo spazio, contribuire ad arricchirlo condividendo le proprie esperienze e scambiando idee e pensieri con il personale e i volontari presenti. «Il nostro è uno spirito di massima apertura - spiegano i promotori -. Il desiderio è quello di metterci in ascolto, soprattutto delle persone più giovani: bambini e bambine, ragazzi e ragazze, le cui opinioni sono troppo spesso respinte o ascoltate solo superficialmente. Il museo è dedicato a loro, e speriamo che serva anche a dare più forza alle istanze delle nuove generazioni». Il museo è aperto alle visite su prenotazione dal sito www.museoquaderni.it.

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