«Quella notte con Vittorio De Scalzi in diretta a Rtl: era speciale e alla mano»

Il ricordo L’anima dei New Trolls e il legame con Bergamo nelle parole di Pier Carlo Capozzi.

Che Vittorio De Scalzi fosse ricoverato in condizioni gravi lo sapevamo da qualche giorno. Ma, come accade in queste circostanze, all’epilogo peggiore nessuno vuole pensarci. Invece la notizia, come una sciabolata, ci ha tolto il fiato nella mattinata di domenica 24 luglio. Ho conosciuto Vittorio nella mia attività di albergatore, quando l’hotel «Città dei Mille» era spesso destinazione di personaggi dello spettacolo. Era la seconda metà degli anni Settanta e sbarcarono da noi i New Trolls al completo che, all’epoca, erano formati da Vittorio De Scalzi, fondatore, poli-strumentista e voce; Giorgio D’Adamo al basso; Ricky Belloni, voce e chitarra; Gianni Belleno, batterista e anima vivace e simpaticissima del gruppo. I primi tre, tra l’altro, erano i titolari del marchio «New Trolls» che vivrà, in anni successivi, molteplici cambiamenti. In quel periodo Nico di Palo, uno dei migliori chitarristi europei e voce inconfondibile, era lontano per motivi di salute.

Si capì subito che Vittorio era il referente supremo, carismatico e garbato, anche se non mancò di stupirsi quando chiesi, con faccia tosta giovanile, una loro foto, accontentandomi di quelle prestampate dalla compagnia discografica. Belleno, invece, appoggiò la sua ventiquattrore sul banco del bar e ne tolse una stampa originale di notevoli dimensioni. De Scalzi lo guardò stupito: «Basta che quando gliene chiedo una io, mi dice sempre che non ne ha!». Avevo iniziato a collaborare con Rtl 102.5, l’emittente bergamasca con sede in via Donizetti, non ancora diventata il network attuale e, coincidenza birbante, quella sera dei New Trolls coprivo il turno di notte. Mi venne un’idea, azzardata assai, e ne parlai con Vittorio. Gli chiesi se si potesse organizzare un collegamento con la radio, quasi certo che mi avrebbe rimbalzato. Ma De Scalzi era di un altro pianeta e così, nelle prime ore della notte, lui fu la voce portante di questo collegamento che, su in via Donizetti, mi fece guadagnare svariati punti in classifica.

Vittorio si affezionò al nostro albergo e tornò, sempre accompagnato dalla moglie, tante volte nei mesi successivi. Senza band ci fu la possibilità di approfondire la conoscenza. Era veramente una persona speciale e intelligente, perbene e alla mano. E sapere che, da ieri, lui è andato a prendersi «l’ultima carezza della sera», è qualcosa che ci riempie il cuore di profonda tristezza.

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