Realtà e illusione, anche a Bergamo il museo dell’Impossibile

GIOCHI DI SPECCHI E LUCI. Dopo anni di attesa è arrivato, in via Paleocapa a Bergamo, l’«Impossible Museum»: in scena stanze con giochi di specchi e luci.

L’unicità di tale luogo è rappresentata dalla sua triplice anima che unisce arte, scienza e divertimento sia per adulti che per bambini. Il direttore e ideatore del progetto, Pietro Nozza, ha creato questo museo da zero, dopo anni passati come responsabile del «Museo delle Illusioni» di Milano.

«Ho cominciato lavorando al “Museo del Falegname” di Tino Sana, per poi fare un’esperienza a Milano. Mi è venuto spontaneo portare questo genere museale a Bergamo, la mia città. Lo spazio, che si estende su 500 metri quadri, è articolato su due livelli e suddiviso in quattro sezioni: il concetto di “impossibile”, in termini sensoriali, è osservato da più punti di vista: quello della prospettiva, del moto apparente, della riflessione e della teoria della luce. Infine è presente un’ultima sala, a cupola, che diventerà un laboratorio multimediale dove ospiteremo diversi artisti dallo stile “impossibile” e le loro mostre contemporanee. È mia intenzione, nel tempo, integrare le sale con nuove opere così da arricchire la visita e invogliare le persone a ritornare. Nel primo giorno si sono prenotati più di cento visitatori, ma l’obiettivo è quello di coinvolgerne sempre di più, puntando soprattutto alla partecipazione di studenti e scuole», ha raccontato Nozza.

Le installazioni all’interno del museo sono tutte artigianali, alcune ispirate ad artisti come Leandro Erlich e Yayoi Kusama. Il pubblico si è dimostrato veramente entusiasta, la mostra lo ha reso protagonista attraverso allestimenti con effetti di profondità, un tunnel caleidoscopico, tentativi di volo e cambi di stagione. È così che adulti e bambini si sono ritrovati in un mondo impossibile e parallelo.

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