Roby Facchinetti ritorna nella sua città
Concerto al Lazzaretto mercoledì 21

Mercoledì sul palco: l’ultima volta a Bergamo nel dicembre del 2019, poco prima della pandemia. «Rinascerò rinascerai» inno planetario di speranza.

«È bene quel che finisce meglio», ci aveva detto Roby Facchinetti prima di partire in tour. Il suo concerto al Lazzaretto, mercoledì 21 luglio (inizio ore 21; biglietti disponibili), in una prima fase non era previsto in cartellone, poi c’è stato un doveroso aggiustamento e l’uomo che ha dedicato alla sua città piegata dal Covid «Rinascerò rinascerai» è rientrato in gioco.

L’ex tastierista dei Pooh ci teneva molto a suonare a casa sua. Ha superato lo shock del primo momento, preso in mano il telefono e ha fatto presente il suo malumore. Solo un momento e la situazione si è aggiustata. Roby torna a suonare in città a un anno e mezzo dalla fine del suo precedente tour che si era concluso al Creberg Teatro poche settimane prima del disastro che ci ha travolti un po’ tutti e ha segnato a fondo anche la famiglia del musicista. Inutile dire che il concerto di mercoledì è molto importante per Facchinetti, per la sua musica, per la sua città. Di carne al fuoco ce n’è tanta in questo periodo per Facchinetti. Il tour si sta sviluppando su due tipologie di concerto, una con la band, l’altra con l’orchestra sinfonica. In più Roby gira per mezza Italia a presentare il suo primo romanzo «Katy per sempre» (Sperling & Kupfer). È uscito circa un anno fa, prima della seconda chiusura, ed è ancora in promozione. Da poco è uscito il nuovo singolo «L’ultima parola» scritto a quattro mani con Stefano D’Orazio, a pochi mesi della sua prematura scomparsa dovuta al Covid. È lui, Stefano, l’autore del testo di «Rinascerò rinascerai», l’inno che è diventato il vessillo planetario di speranza contro la pandemia.

«Mi fa piacere cantare nella mia città. L’ultima volta ho suonato a Bergamo nel dicembre del 2019, poco prima che scoppiasse il dramma», spiega Facchinetti. «Tornare al Lazzaretto è certamente emozionante, per tutto quel che è accaduto e per il brano “Rinascerò rinascerai” dedicato a un tempo tanto difficile».

La tournée di questa estate è particolare. Ci saranno i concerti con la band, come quello che Roby terrà qui da noi, e ci sono tre concerti con l’orchestra sinfonica che rappresentano musicalmente un ritorno alle origini. «Alcuni brani del mio e del repertorio dei Pooh sono nati proprio in chiave sinfonica», spiega l’interessato. A questi si aggiungono gli appuntamenti fissati per presentare il romanzo dedicato al personaggio di una canzone iconica dei Pooh. «L’anno scorso non c’è stato modo di fare una gran promozione al romanzo, per cui ora l’ho ripreso in mano e affronto qualche firma copie in giro per l’Italia. Per quanto riguarda i concerti restano delle restrizioni, ma è importante far ripartire l’indotto e rimettere al pezzo i lavoratori dello spettacolo».

Il singolo che gira da qualche settimana s’intitola «L’ultima parola». Il testo, scritto da D’Orazio è dedicato a Valerio Negrini, ma, col senno di poi, verrebbe da dire che è un pezzo autobiografico. «Quel brano sembra dedicato a entrambi: ai due Pooh che se ne sono andati. Quando ho scritto la musica del pezzo ho chiamato Stefano per dirgli che mi sarebbe piaciuto dedicare quelle note alla fine di qualcosa, di un grande amore, di un rapporto cruciale, di un qualcosa di importante concluso senza parole. Lui mi richiamò dopo poco dicendo che aveva dedicato “L’ultima parola” a Valerio. Quando mi recitò i versi al telefono ci si mise a piangere tutti e due».

Inutile dire che senza Stefano D’Orazio l’ipotesi della ricostituzione dei Pooh è definitivamente tramontata, anche se resta il ricordo di un repertorio imperdibile cui Roby, Red e Dodi contribuiscono a tener vivo, anche in concerto. Non a caso Facchinetti affronta una scaletta mista di suoi pezzi e di storiche canzoni tratte dal popolare repertorio dell’inossidabile gruppo.

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