Sul filo della storia, a Palazzo Moroni ci si immerge nell’arte della seta

Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio porte aperte della dimora di Città Alta che, fin dal lontano ’500, deve la sua fortuna proprio all’arte serica.

Torna per un intero fine settimana «Seta . Sul filo di una storia»:un evento dedicato alla celebrazione dell’arte serica e di tutta la sua filiera produttiva, dalla coltivazione del gelso ai diversi utilizzi del tessuto. L’appuntamento è per venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio nelle sale e nell’ortaglia di Palazzo Moroni, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, nel cuore di Città Alta. Tre giornate dedicate, a partire da una giornata di studi, a cui si aggiungeranno percorsi espositivi, visite guidate speciali, incontri con storici ed esperti di design del tessuto, installazioni tessili, laboratori tematici nonché un’eclettica mostra mercato per celebrare memoria e contemporaneità di un’arte nobile, sintesi di stile, sapienza manuale e genio creativo, che fa parte della storia del Palazzo e della cultura del territorio.

La seta e la storia di Palazzo Moroni

Un filo di seta corre lungo la storia di Palazzo Moroni: la fortuna di questa famiglia, infatti, si fonda fin dal Cinquecento sulla manifattura tessile, a cui si aggiunge nel Seicento la coltivazione del gelso, che campeggia nel suo stemma, che risuona nel suo cognome (morus in latino, murù in dialetto bergamasco) e che fiorisce in questo periodo nella sua ortaglia. Un filo di seta attraversa anche le stanze del palazzo: si ritrova negli abiti dei personaggi dipinti nei capolavori di Giovanni Battista Moroni che sono qui conservati o nelle preziose tappezzerie che rivestono pareti e arredi. Un filo di seta, infine, lega Palazzo Moroni al territorio, perché la produzione della seta per secoli è stata centrale nell’economia bergamasca: l’evento sarà infatti un’occasione per ricordare, e un’opportunità per ricucire la memoria di una tradizione locale oggi perduta che appartiene al patrimonio culturale di questo territorio.

Il programma del weekend

Si comincia venerdì 10 maggio con una giornata di studi, realizzata con la collaborazione scientifica dell’Università degli Studi di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, il Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale e l’azienda Taroni. Il convegno – che si terrà nel Teatro Sant’Andrea in Città Alta – vedrà studiosi, divulgatori, esperti e professionisti del settore impegnati nel racconto della storia della lavorazione tessile e serica nel periodo tra il XIV e il XXI secolo, con approfondimenti sugli aspetti storici, economici, sociali, artistici e di costume legati alla cultura della seta a Palazzo Moroni e nel contesto lombardo. L’accesso al convegno è libero e gratuito.

Sabato 11 e domenica 12 maggio dalle ore 10 alle 18 il cortile d’onore di Palazzo Moroni si trasformerà in una raffinata vetrina dell’alto artigianato tessile italiano, dove una selezione di realtà artigiane esporrà e venderà accessori, oggetti e manufatti tessili, oltre a offrire una dimostrazione concreta del proprio saper fare.

Visite guidate alle sale di Palazzo Moroni

È inoltre previsto un ciclo di visite guidate speciali alle sale ottocentesche della dimora da poco inaugurate: Sala Gialla, Sala Rosa, Sala Azzurra, Salottino Cinese e Sala Turca. Gli apparati tessili di queste stanze sono stati oggetto di una serie di interventi di restauro volti a restituire agli ambienti il loro aspetto storico: tappezzerie, tendaggi, rivestimenti in seta e velluto, ammalorati e con evidenti criticità conservative, sono stati puliti, consolidati, integrati e protetti. La visita consentirà di scoprire le diverse tecniche di recupero oltre a particolari e dettagli sulle lavorazioni delle preziose sete antiche del Palazzo, dalle tende alle mantovane, dai tappeti ai baldacchini.

Visite guidate su tessuti e collezione d’arte

Un altro ciclo di visite speciali approfondirà invece i tessuti nella collezione d’arte: a partire dalle celebri tele di Giovanni Battista Moroni – come i ritratti di Gian Gerolamo Grumelli (Cavaliere in rosa) e di Isotta Brembati-, le opere della collezione si prestano a una narrazione inconsueta che illustrerà per la prima volta questi capolavori non secondo i canoni classici della storia dell’arte, ma attraverso il racconto di dettagli meno documentati come l’origine, la lavorazione, il ricamo, la finitura di un tessuto, un arredo o un costume.

I laboratori dimostrativi

Una rassegna di laboratori dimostrativi – a cura del Museo del tessile Martinelli Ginetto di Leffe e dell’azienda agricola Mooroon di Gallarate - inviterà inoltre adulti e bambini a osservare con i propri occhi e apprendere in modo empirico come funziona il ciclo naturale della seta: dalla coltivazione dei gelsi all’allevamento dei bachi, dal dipanamento dei bozzoli, fino alla trattura del filo e alla tessitura su telai didattici, dove apprendere il segreto dell’intreccio di trama e ordito. Inoltre, nell’ambito del progetto Narrare lo sviluppo, tessere l’identità, condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sede di Brescia, le sarte di Taivè – realtà di Caritas Ambrosiana volta alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro di donne in stato di fragilità – condurranno, insieme ad alcuni studenti della Facoltà di Scienze della Formazione, un laboratorio tessile sul riutilizzo creativo della seta e di altri materiali altrimenti destinati allo scarto. Al workshop dimostrativo si aggiungerà il racconto dell’esperienza vissuta delle sarte, provenienti da 14 paesi di tutto il mondo (accesso libero).

I laboratori tematici

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze verrà proposto invece un ciclo di laboratori tematici dedicati alla tintura naturale e alla tessitura sul telaio: si potranno scoprire diverse tecniche come quella dell’intreccio a lacci, impiegata in passato per la creazione di cordoni o la tessitura a tavolette, utilizzata fin dall’età del bronzo per realizzare nastri e bordure decorative. E ancora, ci si potrà cimentare con la tessitura base su telaio a cornice, imparando a tessere braccialetti dalle fantasiose trame geometriche con filati di origine naturale, come cotone, canapa, ortica e bambù; e si potrà sperimentare la tessitura con le dita, antica tecnica dei Nativi Americani finalizzata a realizzare fasce decorative e cinture. Si potrà inoltre partecipare a un laboratorio di tintura naturale, sperimentando alcune semplici tecniche con il colore estratto dalle radici della pianta tintoria della robbia. L’attività ruoterà intorno alla scoperta dell’antica arte giapponese dello shibori, che consiste nella realizzazione di nodi sui tessuti da tingere in modo da ottenere sorprendenti fantasie astratte.

Le altre iniziative

Una collaborazione tra Fai e Naba, Nuova Accademia di Belle Arti ha coinvolto gli studenti dell’Area Fashion Design in un lavoro di ricerca stilistica e studio storico delle ambientazioni del palazzo, delle sue tappezzerie e degli arredi tessili, che ha ispirato la creazione e l’esposizione di una collezione di artefatti tessili, Naba Textile Room, con l’obiettivo di mettere in relazione la lavorazione della seta con prassi accademiche legate all’artigianato e al patrimonio culturale del territorio.

Il piano nobile ospiterà Dialoghi in seta: dieci frammenti di sete antiche selezionati dalle collezioni d’archivio della Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze faranno da riverbero - con le loro cromie, trame e motivi decorativi - agli affreschi, ai dipinti e alle tappezzerie della dimora. Per favorirne la fruizione, il percorso espositivo si espanderà grazie a uno spazio narrativo digitale in cui poter approfondire verticalmente curiosità, aspetti tecnici, contesti storici e legami con la contemporaneità.

Inoltre, la sala da ballo di Palazzo Moroni sarà il palcoscenico ideale di Abiti in scena, un’esposizione di esclusive creazioni haute couture firmate Dolce&Gabbana, allestite secondo un criterio narrativo che ne celebra non solo lo stile e la magnificenza, ma anche l’eccellenza della manifattura artigianale e la sapienza di sarti, ricamatori, tessitori che si cela dietro la loro confezione. Gli abiti, posti in dialogo con gli ambienti, assurgono a simbolo di una collezione che intreccia storia, natura e artigianalità. L’esposizione è a cura di Dolce&Gabbana.

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