Via Porta Dipinta, primi al traguardo
Concerto allo Spazio di Sant’Andrea

«Ci sono piccoli ponti stupendi / C’è il mio cuore che batte per te». I versi di Apollinaire riecheggiano nella cripta sotto la chiesa di via Porta Dipinta, nello Spazio di Sant’Andrea che, nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 giugno, ha spalancato i battenti.

Il 15 giugno 2019 la «Donizetti Night», con migliaia di persone in centro Bergamo a festeggiare tra eventi e selfie scattati davanti al grande sipario di ingresso posizionato ai Propilei. Esattamente un anno dopo un altro sipario si è aperto a segnare in città la fine del lockdown per il mondo dello spettacolo.

Con lo Spazio di Sant’Andrea pronto a festeggiare proprio da mezzanotte: «Non possiamo far finta che non sia successo niente, ma noi non molliamo» ha detto Claudio Morandi, direttore artistico del Centro Universitario Teatrale, davanti ad una platea di sedie distanziate e persone munite di mascherina. «Non mi è mai capitato di fare uno spettacolo ad una convention di chirurghi» ha aggiunto scherzando.

La serata ha avuto al centro letture e musiche di inizio Novecento, epoca in cui «è esplosa la normalità ed è arrivata la follia. Ed è la follia che fa vedere il mondo in una maniera sicuramente più giusta» ha affermato Morandi, ideatore dell’incontro artistico insieme a Giuliano Gariboldi, docente del Cut. Oltre a loro, il simbiotico duo pianistico dei gemelli Trivella: Davide e Daniele hanno suonato musiche di Verdi e di Satie al gran coda Steinway, «troppo bello per restare muto» nelle parole di Morandi. La serata è cominciata con «La forza del destino», un brano di Verdi volto, nelle intenzioni degli organizzatori, a simboleggiare un momento difficile come quello che stiamo vivendo, senza dimenticare che dalla tragicità può sbocciare qualcosa di nuovo. E poi i «Trois morceaux en forme de poire» di Satie, ironiche composizioni «in forma di pera» alternate con i divertenti interventi di Morandi e Gariboldi, interpreti di brani di Éric Satie, Jean Cocteau e Jean Tardieu. Spaziando dalle declamazioni del primo circa la «Musique d’ameublement» a «Gli sposi della Torre Eiffel» del secondo, un balletto composto dal Gruppo dei Sei su soggetto di Cocteau, rappresentato per la prima volta agli Champs-Élysées quasi 99 anni fa, il 18 giugno ’21. Per arrivare poi alla lettura de «Lo Sportello» di Tardieu, tra i più celebri del Teatro dell’Assurdo. E infine a poesie di Apollinaire – come «Fotografia» – e di Picasso – come «Estate», «I quadri» e molti altri – che hanno sfumato sui glissati di «Le jardin féerique» di Maurice Ravel.

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