Andersen, la meraviglia delle fiabe senza tempo

L’opera di uno scrittore è spesso l’insieme esploso degli episodi cruciali della propria biografia.

Scrittura e vita si incrociano in continuazione e spesso la narrazione è una vera e propria possibilità di evasione sia per il lettore, ma anche e soprattutto per l’autore. E in parte questo è il caso di «Come una sirena» (Feltrinelli) in cui Giovanni Montanaro ripercorre, dopo oltre due anni di ricerche, il percorso esistenziale di Hans Christian Andersen, il grande autore danese noto in tutto il mondo per le sue fiabe immortali.

Partendo dall’infanzia di Andersen fino alla sua maturità, Montanaro racconta le difficoltà e gli ostacoli superati dallo scrittore danese. Nato povero in una piccola cittadina della provincia di Copenaghen, figlio di un calzolaio, Andersen attraversa un’infanzia complicata anche per l’aspetto fisico spigoloso e dinoccolato. Deriso dai compagni di giochi e isolato, Andersen inizia ad elaborare un mondo a parte. Forte della sua straordinaria immaginazione prende corpo dentro di lui una nuova consapevolezza, la possibilità infinita dell’immaginario. La fantasia non solo fuga dal reale, ma come riscatto nel reale. «Come una sirena» assume così i toni di un vero e proprio romanzo di formazione che attraversa l’Europa negli anni delle guerre napoleoniche e dell’avvento della rivoluzione industriale.

Andersen cresce e le sue qualità istrioniche non passano inosservate. Bisognoso di attenzioni, vede nell’arte e nella performance una possibilità di esistenza altra: ballerino e poi cantante, infine attore. Ma la sua qualità non risiede nello stare su un palco, ma nella capacità unica di dare forma a nuovi mondi con i suoi stupefacenti racconti. Il rapporto tra le sue fiabe e la sua vita risulta aderente da «La sirenetta» a «I vestiti nuovi dell’imperatore», da «Il brutto anatroccolo» a «La piccola fiammiferaia». In ogni fiaba c’è il dolore di Andersen e il suo riscatto. Dopo Michael Cunningham, che con «La regina delle nevi» (La nave di Teseo) ha scritto forse il suo miglior romanzo, ora anche Montanaro sembra vincere la sfida con un romanzo teso ed efficace. Andersen e la sua esistenza vertiginosa sembrano essere così una bussola capace di offrire una strada nuova per lettori (grandi e piccoli) e scrittori. Colui che fu spesso escluso e non corrisposto è oggi così in grado, con la sua scrittura, di accogliere e includere, regalando mondi immaginifici, delicatezza e consolazione a chiunque abbia solo la pazienza di leggerlo e ascoltarlo, oggi come duecento anni fa.

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