Incanto di una civiltà sospesa tra l’antico e il moderno

LA RECENSIONE. Can Xue è una scrittrice cinese esponente dell’avanguardia anni Ottanta che ha profondamente rinnovato la letteratura cinese contemporanea. «Dialoghi in cielo», ora edito da Utopia, è tra i primi testi pubblicati (1988) dall’autrice più volte candidata al Premio Nobel.

«Dialoghi in cielo» (tradotto dalla sinologa Maria Rita Masci) è una raccolta di racconti che vive fortemente dell’influenza dell’opera di Franz Kafka in un continuo rimescolamento di orrore e assurdo. Can Xue lavora di cesello in un continuo equilibrio tra opposti radicali. I suoi racconti alternano antico e contemporaneo, realismo e fiaba ma anche un’opprimente solitudine con una vivace partecipazione. La sua indagine attorno all’emotività umana è straordinariamente affilata, al punto che Kafka diviene un riferimento, ma anche un punto di partenza per costruire un immaginario poetico totalmente personale e originalissimo. Tutti i racconti che compongono «Dialoghi in cielo» partecipano così alla costruzione di una visione dalla ritmica quasi jazzistica, ma al tempo stesso compatta e corale.

La scrittrice perlustra ogni angolo percepibile della realtà, la insegue per certi versi, cogliendo l’irreale nel quotidiano, l’assurdo nell’emotività e l’orrore nei pensieri più ostinatamente tenuto all’oscuro, anche da se stessi. Un lavoro certosino di decostruzione del reale a cui fa seguito un’elaborazione archeologica che si propone di ricomporre in un quadro nuovo la rappresentazione del reale. L’obiettivo non è solo quello di illuminare gli angoli bui, di restituire forma alle cose cancellate, ma - nel fare questo - reclamare l’esigenza, quasi primordiale di dare libero sfogo ai propri sentimenti, alle proprie emozioni. Mutare il reale dunque non come forma di fuga, non per rifugiarsi in un sogno artificiale privo di ogni connessione, ma anzi ricostituire quel legame profondo tra la realtà e la sua percezione - anche sognante - che è l’espressione massima del sentimento e della capacità umana di aderire e partecipare alle cose del mondo.

«Dialoghi in cielo» è una scoperta che ci raggiunge direttamente dal secondo Novecento, un testo fondamentale della letteratura contemporanea. Can Xue rifugge dalla costruzione di una trama e ancor più dalla retorica dello storytelling tanto in voga in Occidente, per ripartire dai classici contemporanei (Kafka, ma anche Beckett) e offrire prima di tutto una costruzione attenta dei personaggi che divengono il corpo stesso dei suoi racconti. Impossibile non restarne sedotti.

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