Le donne e il diritto di voto: storia da recuperare

ASPETTANDO L’8 MARZO. Libri sulle donne, sulla loro autonomia e sui loro diritti acquisiti.

All’inizio del ‘900 le donne erano impegnate nella conquista del diritto di voto: lo racconta Elin Wägner (1882-1949), giornalista e attivista, ne «Il pennino» (HarperCollins), scritto nel 1910. Si concentra sulla trasformazione sociale e culturale, in un momento in cui era necessaria una spinta rivoluzionaria perché la presenza femminile potesse contribuire alla costruzione di un mondo migliore, anche attraverso la partecipazione alla rappresentanza politica.

La protagonista del romanzo è Barbro Magnus, detta «pennino», una giovane giornalista e suffragista, ribelle e un po’ sfacciata. Al momento della prima uscita l’opera di Wägner suscitò scalpore, ma contribuì anche a riabilitare la figura delle «suffragette». Trentasei anni dopo, nel 1946, in Italia le donne votarono per la prima volta, per ripristinare i Consigli comunali ed eleggere i rappresentanti all’Assemblea costituente.

Ripercorre quel periodo in modo incisivo Grazia Gotti in «Ventun donne all’assemblea» (Bompiani). Le donne elette furono ventuno su 556. Erano diverse per età e formazione, ma unite dagli ideali dell’antifascismo. In questo libro ci sono i loro ritratti, che restituiscono il clima dell’epoca, e il loro impegno a lavorare insieme per la ricostruzione dopo la guerra. «Libere per Costituzione. Le 21 donne che hanno fatto l’Italia» (Salani), infine, di Valeria De Cubellis, Margherita Madeo e Serena Riglietti, ripropone anche ai giovani lettori le stesse vicende, con l’intento di sottolineare il valore della partecipazione politica: «Ora tocca a noi scoprire in che modo possiamo contribuire per far assomigliare sempre di più la realtà in cui viviamo all’ideale disegnato dalla Costituzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA