Le ferite dell’anima curate dalla forza della natura

LA RECENSIONE. Immersi in una qualunque provincia italiana che ricorda certi borghi in via di abbandono che si arrampicano sugli Appennini nel centro sud, i protagonisti di «Tarassaco» (Scatole parlanti) vivono la propria giovinezza tra ingenue scorribande amorose e un’angoscia latente e perenne che incornicia le loro giornate.

Il cuore del romanzo è una piccola famiglia composta dalla madre Silvana, spesso in preda di crisi depressive e dall’equilibrio fragilissimo, e i due giovani figli: Chiara e l’adolescente Lorenzo, vero protagonista del romanzo.

È infatti attorno a lui che l’esordiente Angelo Argondizzo dà forma ad una narrazione dolente ed epica al tempo stesso. Un’epica del quotidiano fatta di piccoli slittamenti, che attraversano la vita di Lorenzo mutandola giorno dopo giorno in un processo che è sia formativo sia di distacco da quello che è il suo luogo nativo.

Il paese sperduto e lontano da ogni forma metropolitana porta infatti con sé non tanto il peso di un provincialismo obbligato, ma la centralità di un tempo che diviene assoluto in cui ogni emozione assume una gravità eccezionale. Uno stare al mondo che è pura lotta per l’esistenza, in cui amore e dolore, lutto e gioia si intrecciano inevitabilmente dando ad ogni discorso, atto e pensiero il peso reale di una liberazione o di una condanna. «Tarassaco» è un romanzo sull’assenza di uno spazio comune possibile, sulla ricerca di un altrove senza che questo significhi rinnegare il passato e la propria storia.

Lorenzo lotta con sé stesso prima di tutto, ricerca un’identità possibile, lui privo di un padre e con una madre spesso mentalmente assente. Una lotta che trova requie nella natura che offre nella sua irriducibile presenza una possibilità altra, capace di accogliere il dolore senza rinnegarlo, ma medicandolo. Curare come forma di accettazione, ma anche di superamento. Dunque ricerca ostinata di quello che solo apparentemente pare impossibile ed è, invece, un percorso tutto da compiere. Non una fuga, ma una crescita: passi lenti che dal dolore portano alla sua possibile liberazione.

«Tarassaco» è un romanzo di formazione che vive tutto all’interno di una vita giovane, nei suoi continui micro mutamenti che trasformano il protagonista offrendogli una consapevolezza nuova. Angelo Argondizzo esordisce con un romanzo sull’identità e la sua mutabilità, che non sta in una forma più o meno occultata di tradimento, ma in uno scambio che connette gli esseri umani alla natura, un dialogo aperto e possibile tra i luoghi e le generazioni che li abitano.

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