«L’intervista» a Gesù: il libro di Alberto Campoleoni

La recensione.Qual è lo scoop della vita per un giornalista vaticanista? «Intervistare il Papa», verrebbe da dire. «Ma no, ormai lo intervistano tutti, il vero scoop sarebbe intervistare Gesù».

Così deve aver pensato Paolo, un vaticanista romano che frequenta la sala stampa di Via della Conciliazione, esperto e anche disincantato, un po’ deluso dal suo mondo professionale. E improvvisamente si materializza l’occasione della vita: un’intervista unica. È questo il nucleo del libro «L’intervista», di Alberto Campoleoni (Edizioni Albatros, pagine 62, euro 9,90, già in vendita online e a giorni nelle librerie), un racconto che diventa occasione per entrare nel mondo esclusivo del giornalismo (l’autore stesso è giornalista professionista, scrittore con all’attivo numerose pubblicazioni) e provoca su un personaggio di riferimento per la storia di tutti: Gesù di Nazaret. È Lui, infatti, l’intervistato speciale, che prorompe dai microfoni di una radio e dal mondo interiore di Paolo. Sogno e realtà di intrecciano con una cadenza capace di coinvolgere il lettore e di muovere pensieri e suggestioni, riflessioni e sorrisi, regalando a chi si immerge nel testo il gusto di essere protagonista lui stesso di un incontro straordinario, che ciascuno saprà e potrà gestire secondo le proprie sensibilità.

La scrittura alterna un ritmo rapido e incalzante a momenti di pausa e leggerezza, senza dimenticare di sollevare questioni importanti – il dolore, il senso della vita e della morte – invitando ciascuno a «entrare» nelle esistenze che si dipanano tra le righe e a lasciarsi coinvolgere dai sentimenti e dalle vicende dei protagonisti. Insomma, un racconto che apre scenari inaspettati, pur partendo da un mondo – quello legato a Gesù di Nazaret – che per molti versi appartiene all’immaginario collettivo e all’esperienza di tanti donne e uomini del nostro tempo.

Il «punto di attacco» per l’esperienza speciale di Paolo è la lettura di un libro di un teologo latino americano, Frei Betto, che il giornalista sta assaporando con interesse professionale e personale, un’invenzione letteraria sull’uomo di Nazaret e le sue vicende viste da una prospettiva «orizzontale», da compagni di strada. Un testo che lo affascina e lo porta «in quel mondo che aveva tanto studiato. Per mestiere e per passione. Insomma, anche lui si sentiva sulle strade polverose tra Gerusalemme e Gerico, a Cafarnao, nella sinagoga di Nazaret, sulle alture intorno al mare di Tiberiade. Era lì. Tra la folla. E voleva vedere Gesù. Voleva parlargli e farlo parlare».

E in effetti Paolo gli parla e lo fa parlare: alla radio, un media sempre attuale, che rivela e nasconde allo stesso tempo. Il nostro vaticanista avrebbe voluto la televisione ma… Chissà che forza avrebbe avuto il suo scoop davanti alle telecamere. Niente da fare, l’intervistato non ci sta. E poi in trasmissione irrompono voci diverse, domande, questioni «pesanti». Il telefono squilla. «Lasciatemi finire», implora Paolo. Il racconto diventa un viaggio cui sono invitati i lettori. Un testo da gustare e da proporre a chi ha voglia non solo di evasione, ma anche di approfondimento e ricerca spirituale.

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