Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 16 Gennaio 2023
«Sutra degli alberi», un invito alla meditazione nella natura
La novità. È un invito alla meditazione nella natura «Sutra degli alberi» (Piano B edizioni) dello scrittore bergamasco Tiziano Fratus,
«Sedete rabboniti su un cuscino di foglie, su un nido di radici (...) sotto la volta frondosa di un abbraccio d’alberi. Ogni voce del bosco opera come i sermoni degli antichi maestri, lasciamoli camminare, non separiamo la mente dal cuore, che i muschi, le maree e i temporali attecchiscano ove la notte non si distingue dal giorno». È un invito alla meditazione nella natura «Sutra degli alberi» (Piano B edizioni) dello scrittore bergamasco Tiziano Fratus, che da anni segue percorsi inediti ascoltando le voci degli alberi, esplorando storie millenarie di quelli più antichi, scegliendoli come compagni di vita e di pensiero.
Scrittore e poeta umile, che indossa i panni del viandante e del ricercatore, «Homoradix» (uomo radice), come lui stesso si definisce, trova sempre nuove traiettorie da esplorare ascoltando «gli insegnamenti della terra», che poi raccoglie e restituisce attraverso le sue narrazioni in diverse forme: libri, poesie, laboratori, mostre fotografiche, meditazioni (per approfondire studiohomoradix.com). «Sutra» nella cultura orientale significa «breve frase» o «insegnamento», e nel sottotitolo del volume Fratus aggiunge «consegne alla terra di un tessitore di foreste, quaderno di un buddista silvano».
Come si può trovare il tempo dell’ascolto e della meditazione nella natura nel ritmo frenetico della vita di oggi?
«Nel libro ci sono diverse meditazioni fatte in luoghi prossimi, che tutti frequentiamo, come i parchi pubblici oppure un piccolo orto. Ho raccolto e narrato queste esperienze per avvicinare il lettore qualunque e offrire spunti per costruire un po’ di raccoglimento in qualunque situazione. Non è necessario scegliere un’impervia foresta per meditare, basta il giardino dietro casa. Parlo di come è possibile scoprire una forma di spiritualità legata a una tradizione che non è nostra ma nei posti che ci sono familiari. Basta sfogliare con curiosità per raccogliere qualche idea e adattarla alle proprie esigenze».
Come è nata l’idea di un libro dedicato alla meditazione fra gli alberi?
«È un argomento che mi appassiona, in passato l’avevo già affrontato ne “Il sole che nessuno vede” (Ediciclo). In seguito, spinto dalla curiosità, ho svolto approfondite ricerche sul buddismo, e ho trasferito quindi attingendo ad esso nuovi elementi nelle meditazioni che già facevo nei boschi. Il libro è il risultato di questi esperimenti e di un periodo di studio in cui ho scoperto aspetti diversi della spiritualità: alcune cose mi sono piaciute, altre meno, ma è stato un percorso sempre ricco e interessante. Ho approfondito tradizioni orientali che qui da noi non conosciamo, avvicinando un universo di concetti e idee che ho trovato rinvigorente. Ho raccolto in questo singolare “quaderno” tante meditazioni vissute in diversi luoghi, il racconto di un viaggio alla scoperta degli alberi antichi del Giappone, alcune poesie. Contiene quindi diverse radici e direzioni».
Quali sono gli aspetti più importanti da considerare per chi vuole meditare nella natura?
«Bisogna essere disposti a mettersi in gioco, porsi delle domande, sentire il desiderio di affrontare un percorso di autoanalisi e autocomprensone. A volte ci si trova davanti qualche lato spiacevole di sé che si preferirebbe ignorare. È una montagna alta da scalare, in cui a volte si riesce, in altri casi sembra di incespicare. Nel libro cerco di traghettare verso la quotidianità alcuni insegnamenti dei monaci buddisti restando nei panni di un laico occidentale che cerca di avere comunque una vita spirituale abbastanza profonda e autentica. La mia curiosità è nata e si rafforza nei boschi, nella mia solitudine. Anche in questi luoghi di pace, scavando in se stessi, si incontrano contraddizioni e limiti. Per me la meditazione è un angolo importante della vita quotidiana, dove trovare una nuova prospettiva anche restando a casa mia, in uno spazio che si concilia con lavoro, incontri e appuntamenti».
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