La chiamata al 112: «Venite, l’ho ucciso». Tragico omicidio dopo l’ennesima lite

A BOTTANUCO. Un’altra tragedia in una famiglia sconvolta dalla droga. Gianbattista Corna, 54 anni, una vita dentro e fuori dalle comunità, colpito a morte dal padre Paolo. Poco prima i carabinieri erano stati in casa.

Nuovo dramma in famiglia nella nostra provincia a distanza di un mese dall’ultimo gravissimo episodio: l’omicidio di Cavernago di Umberto Gaibotti da parte del figlio Federico, che poi si è tolto la vita in carcere. Domenica pomeriggio a Bottanuco un uomo di 77 anni, Paolo Corna, ha ucciso a coltellate il figlio Gianbattista, 54, al culmine di una lite scaturita, pare, dai problemi di tossicodipendenza del figlio.

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L’omicidio nell’abitazione di via Castelrotto, al civico 24, dove l’anziano genitore vive con la moglie Giuseppina Verzeni e appunto da qualche tempo anche con il figlio cinquantaquattrenne, che da tempo aveva problemi di droga e aveva trascorso anche dei periodi in una comunità del Bresciano.

Aveva anche ripreso a lavorare in un’azienda della zona, ma negli ultimi tempi pare fossero riemersi i vecchi problemi di tossicodipendenza. Tanto che spesso nell’abitazione dovevano intervenire i carabinieri per sedare liti. Anche domenica pomeriggio, attorno alle 16, dall’abitazione a pianterreno di una palazzina erano stati chiamati proprio da Paolo Corna i carabinieri. I militari erano giunti alla casa e avevano calmato gli animi. Nessuno avrebbe immaginato che di lì a poco la situazione sarebbe degenerata.

Tre i fendenti che Corna ha sferrato all’addome del figlio, stramazzato a terra. Sarebbe stato usato un coltello da cucina

La chiamata al 112

«Ho infilato un coltello in pancia a mio figlio: è morto» ha detto lo stesso settantasettenne chiamando il 112 intorno alle 17,30. Nell’abitazione c’era anche la moglie. Tre i fendenti che Corna ha sferrato all’addome del figlio, stramazzato a terra. Sarebbe stato usato un coltello da cucina.

All’abitazione sono subito arrivati i carabinieri della stazione di Capriate San Gervasio e del nucleo operato radiomobile della compagnia di Treviglio. Paolo Corna era seduto fuori casa e non ha opposto alcuna resistenza. I militari dell’Arma l’hanno fatto sedere a lungo sull’auto di pattuglia e poi attorno alle 21,20 è stato accompagnato in carcere. Il 118 ha invece inviato due auto mediche e una ambulanza. Niente da fare però per Gianbattista Corna, trovato a terra ormai privo di vita.

A quel punto la scena del crimine e stata presa in esame dai carabinieri della scientifica, giunti dalla compagnia di Treviglio e dal comando provinciale di Bergamo. Corna papà avrebbe utilizzato un coltello della cucina di casa, che è stato sequestrato. Già ai carabinieri avrebbe ammesso le proprie responsabilità.

«Un gesto di disperazione»

«È stato un gesto di disperazione, hanno litigato, stavolta è finita così», ha commentato l’altra figlia di Corna, giunta alla casa dei genitori e del fratello poco dopo l’accaduto. Gianbattista Corna ha tre sorelle. In serata sono giunti a coordinare i rilievi il sostituto procuratore Letizia Aloisio e il maggiore Antonio Stanizzi, neo comandante della compagnia dei carabinieri di Treviglio, entrato in servizio soltanto tre giorni fa, oltre al luogotenente Antonio Vittorio, comandante della stazione di Capriate San Gervasio. I rilievi si sono protratti fino a tarda ora, mentre alcuni parenti dei Corna sono giunti nei pressi della palazzina che sorge all’incrocio con via Madre Teresa di Calcutta.

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